Il guappo De Luca

Sassolini di Lehner

Sarà per l’età che mi rende senz’altro più in armonia col passato che col presente. Sarà per l’educazione che ho ricevuto in tempi nei quali, in assenza delle urla e delle isterie femministiche, vigeva l’abitudine di portare rispetto alle signore, quand’anche poco simpatiche e non in sintonia con i nostri parametri esistenziali. L’appellativo di stronzetto, se necessario, mi limiterei ad assestarlo al maschio, sia se fastidiosamente rimbambito sia se virgulto volgare e bulletto.

Sono un vegliardo d’altri tempi, dunque, di talché non mi sognerei mai di dare della “stronza” a una donna, non dico ad una signora delle istituzioni, ma neppure a una semplice sudata lavoratrice di fabbrica e tantomeno alla preziosa domestica che riordina, riassetta ed igienizza il mio nido. Offendere sanguinosamente il gentil sesso è, del resto, turpe violenza psicologica, primo passaggio, spesso, verso la violenza fisica, se non peggio. Roba da bulli o, coniando un neologismo, da pericolosi analfabettole.

Dare della “stronza”, del resto, è già una brutalità, uno stupro fonetico. L’eterno femminino da cui tutti proveniamo meriterebbe attenzione, garbo, cura, non per mera galanteria o in nome del dimenticato galateo, ma proprio perché simboleggia e porta dentro di sé il segreto ed il miracolo del nostro stesso stare al mondo. Vincenzo De Luca, essendo privo di spirito, reagisce ad una battuta, rivincita quasi dovuta, il pan per focaccia di Giorgia (“Presidente De Luca, quella la stronza della Meloni. Come sta?”), reiterando e rincarando l’epiteto: “Ho visto che la Meloni ci ha tenuto a comunicare la sua nuova e vera identità e noi non possiamo che concordare ovviamente”.

Ebbene, da uomo di altri tempi, non saprei come definire l’identità di De Luca, lasciandogli la libertà di scelta tra: bifolco, burino, vastaso, pacchiano, incivile, rozzo, maleducato, villano, scostumato, zotico, cafone, troglodita. Mi torna alla mente analfabettole, ma lo riserbo per la prossima piazzata, quando utilizzerò pure vaiasso. Invero, straparla da guappo.

Da parte mia, avendo a cuore la Campania e il Sud, compresa la Basilicata, patria del lucano Vincenzo, visto che De Luca è una delle sciagurate conseguenze della irrisolta drammatica questione meridionale, mi impegno con tutte le forze a scafonizzarlo, affrancandolo dai ruggiti e dai ragli da giungla. Lo accompagnerò in Europa, sino a renderlo da bullo che era a maschietto presentabile e compatibile con le persone civili.

Aggiornato il 30 maggio 2024 alle ore 10:50