Sassolini di Lehner
A me, docente ordinario di bergoglismo applicato, alcuni lettori dell’Opinione delle Libertà chiedono un corso monografico sulla frociacciologia teoretica pontificia. Li accontento. Il cardinale Víctor Manuel Fernàndez aprì la porta al lessico sboccato, parlando di “cazzate”. Le tortuose vie del pene e del male sono, invero, ben tracciate nella bibliografia erotica del prefetto del dicastero per la dottrina della fede, l’ex Santo Uffizio, un tempo nelle sapienti mano di Joseph Ratzinger, oggi nelle mani di Tucho, l’esperto di coiti e baci. Nella contesa tra argentini a spararla più grossa, anzi, grossolana, a stravincere, però, è sempre Bergoglio. Il Pontefice alternativo, superando se stesso, ha completato il vocabolario da angiporto davanti ai vescovi, lamentando: “… nella Chiesa c’è troppa aria di frociaggine… mettere fuori dai seminari tutte le checche, anche quelle solo semi orientate”.
Jorge Mario ha ragione nella sostanza, ma in quanto alla forma, direi che è da portuale dopo il secondo fiasco nella più malfamata bettola bonaerense. Ratzinger denunciò lo stesso problema, utilizzando un lessico aureo e incisivo, senza mai scadere nell’oscenità. L’omosessualità non è genetica, semmai di origine ambientale e di norma seminariale. Le volgarità bergogliesche sono state pronunciate a porte chiuse, ma se sono uscite subito all’aria aperta è perché così doveva essere per accrescere i follower.
Al di là della pur felice riscoperta dei vocaboli italiani, “froci” e “checche”, invece che “gay” – io mi limiterò sempre a dare solo dell’“uranista” all’omosex, per non incorrere nella polizia morale di Lgbtq+tutto il resto – mi pare che Jorge Mario, pur di essere sbattuto in prima pagina, è capace di tutto. Mi aspetto, ad esempio, di vederlo fotografato nei duty free dell’aeroporto Leonardo da Vinci, mentre si fa scivolare in tasca un profumino Dior, visto il successo mediatico del precedente di Piero Fassino. Certo, Fassino è un ex comunista, addirittura pentito, mentre Bergoglio è sempre più castrista, quindi il furto è lecito e dovuto, andando a colpire il peccato mortale della proprietà privata. Colui che occupa il soglio petrino si preparò per tempo agli eventuali raid nei duty free, benedicendo i ladri. Ho il sospetto, inoltre, che finirà per dire l’ultima parola sui problemi della coppia Chiara Ferragni-Fedez, mentre nulla esclude un suo deciso intervento per trovare un posto a Barbara D’Urso. Di sicuro, metterà bocca anche sulla campagna acquisti, generalmente disastrosa, di Roma e Lazio.
Il mio amico grande massone, più volte citato, intanto, gode più di quanto suggerisce il Kāma Sūtra di Fernàndez, perché nessuna loggia, a memoria di libero muratore, è mai riuscita ad assestare a Sancta Romana Ecclesia picconate più devastanti delle badilate dove cojo-cojo di Jorge Mario. Intanto, il soccorso rosso è arrivato spedito, completando di patetico e di ridicolo la sceneggiata del diversamente pontefice. Se un qualsiasi altro personaggio pubblico avesse discettato sul tema “frociaggine” e “checche semi orientate”, sarebbe venuto giù l’Egitto intero a cominciare dal Cairo... Urbano. Tiziana Panella e gli altri “obbiettivi” – si badi con la “o”, non con la “a” e una “b” in meno – conduttori e giornalisti de La7, perciò, si sono mobilitati, per gettare ciambelle di salvataggio all’annaspante Bergoglio. A ruota Rai 3 e tutti gli altri tele-disinformatori.
Non voleva, non è omofobo, è semianalfabeta, cioè non conosce bene l’italiano, si è scusato, rispetta da sempre gli amplessi diversi, gli sono scappate espressioni colorite… ma è mortificato. Non è da poco scusarsi… politici e giornalisti non lo fanno, il Papa sì... mica voleva offendere… era molto stanco e quando si è spossati, si sparla... l’età e gli acciacchi... Insomma, stando alle brigate rosse del pronto intervento una “frociaggine” al giorno leva il medico di torno. Neanche una sillaba sul vero tema: la pederastia pretesca.
Io, che sono più contiguo a Jorge Mario, credo di saperlo difendere meglio: quando dice “finocchi” li vuole intendere, da buongustaio, gratinati o al cazzimperio. Se gli sfugge “checca”, pensa alla pasta alla sora Checca, mentre, indicando l’invertimento, rimarca la consonante cacuminale, che rispetto alle dentali o alle alveolari, presenta un’articolazione in cui la lingua è rivolta indietro. Fiatando il fonema “recchioni”, chiama in causa niente altro che la nota enoteca di Civitanova Marche.
Insomma, tocca a noi laici liberal-democratici mettere una pezza e preservare, dal rogo Lgbtq+tutto il resto, l’occupante il soglio petrino, visto che i suoi Roberto Benigni, Fausto Bertinotti, Marco Tarquinio si dimostrano inadeguati nel tutelare il cristocastrismo ecclesiastico e le parolacce dell’implacabile diroccatore, il bersagliere argentino sempre lancia in resta per la definitiva Porta Pia.
Aggiornato il 30 maggio 2024 alle ore 09:37