Come riportato ampiamente dall’informazione nazionale, Giorgia Meloni, durante la sua consueta rubrica social, polemicamente ribattezzata TeleMeloni, ha risposto per le rime ad un attacco di Elly Schlein su una presunta deriva liberticida. “La segretaria del Pd ha detto di recente che in questo e anno e mezzo starei cancellando la libertà delle persone, accusa singolare per chi ha votato i provvedimenti per chiudere la gente in casa nella pandemia ma chiedo a Schlein quali sono le libertà cancellate da questo Governo”.
Ora, bene ha fatto la premier a ribattere con fermezza alle assurde accuse della Schlein, sottolineando in sostanza che i sinistri paladini della Costituzione, durante la pandemia, quest’ultima se la sono messa letteralmente sotto i piedi. Tuttavia, se allarghiamo lo sguardo, ci rendiamo conto che il vero obiettivo degli attacchi della giovane leader del Partito democratico non è la solita destra, sporca, brutta e cattiva. In realtà, con l’approssimarsi dell’importante voto europeo, che per la Schlein rappresenta uno scoglio non indifferente, la sua accentuata verve radicale è sostanzialmente finalizzata a vincere la guerra dei consensi nell’ambito della sua stessa area politica, dato che l’otto e il nove giugno i partiti si presenteranno in ordine sparso.
Quindi, pressata dalla concorrenza dei grillini di Giuseppe Conte, e infastidita dai numerosi cespugli che spuntano come funghi alla sua sinistra, la pasionaria italo-svizzero-americana ha scelto di attaccare a muso duro la granitica Meloni, a cui simili accuse non possono che fare il solletico, solo per motivare lo zoccolo duro dei suoi elettori, evitando che alcuni di essi si facciano attrarre dalle altre sirene del cosiddetto campo largo.
D’altro canto, dal momento che gli ultimi sondaggi continuano a registrare un Pd intorno al 20 per cento, ossia su una linea di minimo galleggiamento, per la Schlein il confine tra un moderato successo e una débâcle appare piuttosto risicato. Non avendo espresso al Paese alcuna proposta politica di una certa consistenza, la segretaria dem si è da tempo ancorata all’usato sicuro, per così dire, dell’antifascismo e di tutto il classico campionario di una sinistra spendacciona e tassaiola che alcuni leader del recente passato hanno cercato invano di superare. Ascoltando le sue continue prese di posizione, tutto chiacchiere e propaganda, non possiamo che confermare tale impressione. Forse in questo modo essa riuscirà a evitare di essere rapidamente rimpiazzata, ma è chiaro che su questa linea è quasi impossibile organizzare un’opposizione in grado di convincere la maggioranza degli italiani a invertire una tendenza che da tempo inclina a favore del centrodestra.
Aggiornato il 29 maggio 2024 alle ore 10:10