Elly Schlein: “Giovanni Toti non resti un minuto di più. Tutta la politica alzi la guardia”, questo il titolo di una lunga intervista rilasciata dalla segretaria del Partito democratico a la Repubblica, in cui viene rispolverato l’antico armamentario forcaiolo che ha più volte contraddistinto la sua forza politica.
Un logoro armamentario di frasi fatte che, a distanza di alcuni decenni, ripropone l’antica diversità cromosomica comunista in salsa dem. Dice infatti la Schlein, citando implicitamente i suoi avversari di centrodestra: “Non posso non notare la differenza che c’è fra noi e loro. Noi siamo i primi a sostenere il lavoro della magistratura e quando interessa il Pd siamo inflessibili: per tutelare le istituzioni, laddove serve, pretendiamo le dimissioni immediate di chi è coinvolto, com’è accaduto in Puglia. La maggioranza invece trascorre il suo tempo ad attaccare i giudici salvo quando deve utilizzarne le indagini contro le opposizioni. Ricordo che stiamo ancora aspettando le dimissioni di una ministra per cui è stato chiesto il rinvio al giudizio per truffa aggravata ai danni dello Stato. Non so cosa aspetta Giorgia Meloni a ristabilire la dignità delle istituzioni in cui siedono temporaneamente”.
D’altro canto, le elezioni europee si avvicinano e la concorrenza del Movimento 5 Stelle per accaparrarsi il titolo italiano di partito degli onesti si fa sentire, stimolando al massimo grado la già forte inclinazione forcaiola della Schlein. Sta di fatto che l’inchiesta di Genova, che è destinata a protrarsi nel tempo con molti strascichi, sembra capitata veramente a fagiolo per un partito guidato da una ragazza estremamente volenterosa ma dannatamente a corto di proposte politiche in grado di allargare l’attuale bacino di consensi. Non avendo granché da proporre ad un Paese politicamente sempre più abulico, soprattutto a sinistra, alla Schlein non è parso vero di poter sventolare di nuovo la bandiera dell’onestà – rigorosamente autocertificata – dopo aver visto che la sua linea neo-statalista, tutta pane, tasse e giustizia sociale e climatica non suscitava molto interesse neppure tra i suoi.
Ciononostante, gli italiani, almeno gran parte di essi, risultano ampiamente vaccinati dal virus forcaiolo che imperversò durante la stagione di Tangentopoli e, di conseguenza, non sembrano più orientare il proprio voto sulla base delle inchieste giudiziarie del momento. Inchieste che, vorrei ricordare per l’ennesima volta, in moltissimi casi, citati poi di striscio nelle ultime pagine dei quotidiani più giustizialisti, finiscono in un nulla di fatto.
Pertanto, la vicenda che coinvolge il presidente della Regione Liguria potrà pure servire alla Schlein a rimpinguare il suo modesto repertorio di contenuti, ma non credo che possa modificare di una virgola l’esito di una elezione in cui potrebbe decidersi la permanenza di quest’ultima alla guida del più amletico partito italiano.
Aggiornato il 16 maggio 2024 alle ore 13:46