Sassolini di Lehner
Mi tiro fuori dai colleghi giornalisti, che antepongono sistematicamente la cronaca nera ad eventi assai più drammatici e preoccupanti, tipo due guerre in corso ricacciate in quarta fila dopo tutti i particolari dell’omicidio di Giulia Cecchettin – la moda vorrebbe che scrivessi “femminicidio”, tuttavia, lo evito come scanserei senz’altro maschicidio, geronticidio, suocericidio, cognaticidio, accettando soltanto coglionicidio, e così via malmenando l’italiano ed i codici penali – commesso da un certo Filippo.
Mi tiro fuori anche da quanti a capo chino si arrendono all’isteria che trasforma un delitto di sangue in caso politico e, addirittura, culturale, tirando in ballo il pater familias, che, purtroppo, non c’è più. Ho aggiunto “purtroppo”, giacché il padre severo e rigoroso che si assumeva l’onere di educare e correggere i figli ha lasciato il posto ai non genitori, resi idioti ed inutili dalla bischeraggine di voler essere “amici” piuttosto che padri e madri. Talora, l’amicizia alienata produce financo l’inversione dei ruoli, tipo i figli che impartiscono ordini, regole, orari a papino e mammotta.
Sto per compiere 80 anni e ricordo bene sia il pater familias, sia la centralità della donna nella famiglia cosiddetta “patriarcale”. Rammento, ad esempio, che quando il pater veniva meno ai suoi doveri – tipo mio nonno Armando, che sperperava a puttane i pochi denari – la moglie, dopo averlo giustamente abbattuto a ceffoni, lo degradava, prendendone il posto.
Nella vecchia famiglia contadina non esisteva il femminismo, c’erano donne, grandi donne, onorate e rispettate, colonne portanti della comunità.
Mi tiro fuori anche dalle iniziative politicanti contro la violenza sulle donne, specie se affidate ad un assessore del Comune capitolino, tale Miguel Gotor, persona talmente pacifica, bonaria e non-violenta, che al sottoscritto, allora professore nel Liceo classico “Virgilio” di Roma, lanciò per iscritto, esposto in bacheca, un’esortazione-augurio a schiantarsi con l’automobile contro un muro. Gotor non era un mio studente, mi voleva solo punire a morte per la mia imperdonabile colpa: non essere comunista, bensì anticomunista, liberalsocialista, con l’aggravante di craxiano.
Ebbene, codesto annunciatore di morte, adesso si dedica alla difesa delle donne minacciate ed oggetto di violenza. Se fossi una donna non comunista mi preoccuperei.
Aggiornato il 24 novembre 2023 alle ore 14:51