Israele, pacifisti e de-escalation

Sassolini di Lehner

È in corso una gara internazionale e anche interna per incartare Israele e farla desistere dall’azione risolutiva versus Hamas.

Stati UnitiUnione europea, TurchiaEgittoQatarOnu, contestatori di Netanyahuebrei nostalgici di Stalin, financo l’irrilevante Antonio Tajani e altri epigoni franceschielliani, ora, in nome degli ostaggi da salvare ad ogni costo, ora, per preservare i palestinesi innocenti – sostennero per errore i terroristi? – ora, in nome della de-escalation, premono sul governo israeliano, affinché risponda, per così dire, in maniera “educata”, ovvero debole e secondo le norme del bon ton salottiero, agli orrori del terrorismo islamico.

In verità, i petrodollari hanno un irresistibile fascino sull’Occidente e ciò potrebbe spiegare – sempre che non si voglia alludere alla presente stagione marcata da Sua Maestà l’Idiota totale al Governo del mondo – la ragione di tanto soccorrere Hamas, che, astutamente, si destreggia con la diplomazia qatarina e ci prende per il culo col gioco delle tre carte sugli ostaggi.

Viene alla mente la leggenda sumera degli dèi Anunnaki. Questi extraterrestri, dotati di tecnologia marziana, crearono l’umanità a loro immagine, forgiandola, però, più bassa e meno intelligente.

Ecco, dunque, che le creature un po’ scemotte degli Anunnaki, peraltro sedotte dai petrodollari, consigliano o impongono a Netanyahu di non percorrere la retta via della cancellazione, costi quello che costi, di Hamas. 

Certo è che se Israele, oggi, dà retta ai buoni pacifisti un po’ bassotti, un po’ cretinetti o un po’ troppo ingordi, domani, dovrà fare i conti con un altro 7 ottobre.

Aggiornato il 26 ottobre 2023 alle ore 10:03