I media e Giambruno

Sassolini di Lehner

L’accanimento furibondo dei media versus Andrea Giambruno, divenuto l’unico pericoloso nemico da abbattere (altro che Hamas o Putin!) rimanda allo stato pietoso e, spesso, ridicolo di certa nostra informazione.

Certo, è stato per dieci anni compagno di Giorgia Meloni, addirittura padre di Ginevra, la qualcosa l’ha reso bersaglio preferito dei fucilatori professionali, inconsolabili orfani dei partigiani comunisti come Moranino e lo squartatore Rocca.

Di sicuro, Andrea mostra un ciuffo politicamente scorretto, fa battutacce da maschio, sino al punto da connotarsi come tutt’altro che uranista e magari neppure dedito al canonico consumo di neve, come s’usa, uranismo più droghe, nelle tivù che contano.

Il perfido Andrea potrebbe addirittura nutrire sentimenti di vendetta, sognando una patrimoniale secca e verticale totalmente a carico di Mediolanum per ampliare il cuneo fiscale, avendo scorrettamente supposto che, forse, è proprio da lì, dal peccato di Lesa Banca tassata, che è partita l’esposizione al pubblico ludibrio, organizzata dai mandanti e realizzata dai pretoriani prezzolati.

Ebbene, nonostante la distanza abissale, anche per ragioni di età, cotanto accanimento mi ha reso simpatico, fors’anche caro, Giambruno, a cui consiglio di tacere e di non rispondere ai rabbiosi che abbaiano, in attesa che a furia di sputar veleno facciano la fine di chi si sfama con padellate di amanita phalloides.

Aggiornato il 23 ottobre 2023 alle ore 11:32