La strategia di penetrazione comunista

Sassolini di Lehner

Sarebbe intellettualmente più onesto rifarsi alla Historia dal dopoguerra ad oggi e smetterla con il lessico politicamente e istituzionalmente corretto, tipo: ho piena fiducia nella magistratura.

Mamma Clio ci racconta di un Partito comunista italiano, ispirato, talora saggiamente, da Stalin.

Il Pci, avendo subito il tassativo veto sovietico a qualsiasi tentativo eversivo, financo una vera prova di putsch, dovette deludere quanti partigiani credettero che la Resistenza fosse l’anticamera dell’instaurazione di un regime totalitario e poliziesco, denominato dittatura del proletariato. Codesti partigiani fedeli alla religione della illiberalità cianciarono, infatti, di Resistenza tradita, sfogandosi in Emilia-Romagna, Piemonte, Liguria, Veneto, Toscana, etc. etc. con una serie di efferati omicidi contro sacerdoti, democristiani, liberali, socialdemocratici e tutti coloro che sembrarono loro amanti della democrazia e della libertà.

Orrori e brutalità che lo stesso Giorgio Napolitano, da Presidente della Repubblica, 16 maggio 2006, denunciò come “...zone d’ombra, eccessi, aberrazioni”.

Dal mito della Resistenza tradita e dai delitti del 1944-1948, del resto, scaturiranno gli Anni di piombo, le Brigate rosse ed altre sigle di assassini.

Quei criminali, poi, in gran parte sfuggirono alla giustizia italiana, avendo il Pci organizzato una struttura clandestina finalizzata all’espatrio dei compagni condannati o a rischio di condanne penali.

Stalin, così come aveva tirato le orecchie a Togliatti, ordinandogli, hic et nunc, di accettare il parlamentarismo e di non autorizzare le follie dei più scalmanati, quei delinquenti non li voleva in casa propria, destinandoli in quel di Praga, dove molti compagni assassini misero su “Radio Oggi in Italia”, per trasmettere indisturbati gli slogan comunisti nella Penisola, isole comprese. Tra i fondatori è da ricordare Sandro Curzi, che nel 1975 entrò in Rai e, per pregressi meriti radiopropagandistici, fu poi nominato direttore di Rai 3. La vicenda Curzi è utile per comprendere l’alternativa leninista e gramsciana compensativa del niet staliniano all’Ottobre rosso italiano. L’alternativa fu quella di penetrare nei gangli vitali dello Stato e della società civile.

Scuola, università, magistratura, Forze armate, pubblica sicurezza, informazione, arti, cinema, teatro, spettacolo, burocrazia furono individuate come i pianeti dove arare, seminare, infiltrare militanti comunisti e gli utili idioti opportunamente vezzeggiati e premiati.

Per la magistratura, vista come covo di reazionari, tanto da aver emesso dure sentenze di condanna contro stinchi di santo come Francesco Moranino, alias Gemisto, il Pci organizzò un proprio formidabile cavallo di Troia, pardon, delle Frattocchie, dove si impartivano lezioni, si tenevano seminari e corsi per garantire una buona preparazione e, quindi, il superamento del concorso. Oltre alle Frattocchie, operavano la Scuola centrale quadri di Bologna e l’Istituto di studi comunisti di Reggio Emilia.

La didattica riguardava anche i giovani da infiltrare in altre strutture pubbliche, ma l’impegno massimo fu utilizzato per trasformare ideologicamente la Magistratura, che s’era permessa di condannare all’ergastolo Moranino che, fra le altre vittime, ordinò di eliminare tre partigiani – Gennaro Santucci, Mario Francesconi, Ezio Campasso – due agenti dell’Ufficio Servizi strategici Usa, e le mogli di Santucci e Francesconi.

La strategia della penetrazione funzionò su tutti i pianeti citati. La magistratura fu infiltrata in gran parte, ma non completamente. Tuttavia, ibridata l’ideologia antisistema con il forte spirito corporativo, complice il sostegno dei cavalli al bilancino dell’informazione – quante brillanti carriere giornalistiche sono state garantite dal colorare le veline di Procura? – il risultato finale è sotto gli occhi di tutti da decenni, dal caso Tortora alle sentenze degli ultimi giorni.

Insomma, da parte mia nessuna fiducia nella magistratura, casta faraonica esondante, con la psicosi della supplenza, tesa, cioè, a sostituirsi all’Esecutivo ed al Legislativo. Da parte mia, però, un dovuto eppur dolente applauso al Pci che, puntando sull’organizzazione capillare, ha ridisegnato l’Italia a sua immagine e somiglianza.

Aggiornato il 07 ottobre 2023 alle ore 14:39