Il campionato di Serie A comincia in agosto, perché gli italiani senza tifo proprio non resistono. E cercano ogni surrogato per insultarsi, ognuno paladino di crociate di cui non sa nulla, ma l’importante è aggredire.
La politica non fornisce spunti e allora ci si attacca a tutto, il vestito di Giorgia Meloni o la sparata culinaria di un maldestro Francesco Lollobrigida, il quale, se avesse chiesto a L’Opinione come si doveva esprimere un concetto, non sarebbe diventato il protagonista di una settimana di vignette tristi. Caro ministro, questo è il testo che intendeva, ci siamo permessi di fornirle una versione più carina: “La tradizione dei cibi poveri della campagna italiana è straordinaria al punto di non far desiderare la cucina costosa e sofisticata”.
Così, lei sarebbe stato accostato al massimo ai cugini di campagna e non ai cognati di città. Guardi come si muove bene il suo compagno di cordata Guido Crosetto, che scarica generali come fossero attendenti, facendo un favore a loro e tacitando i fini critici letterari che hanno letto tutta, o quasi, la copertina di un libro che Amazon produce. Ma non svende ai kindelisti, i quali sono costretti a sparlarne dall’esilio sabbioso greco o spagnolo, perché è pur sempre agosto, mese in cui va in vacanza tutto il mondo, ma dritto, non al contrario. Pertanto, chi cerca la versione on-line trova un titolo identico, ma di un libro che non c’entra nulla, ed è dunque accettato dalla censura Lbgtq eccetera, al cui confronto il bimbominkia nord-coreano è un paladino delle libertà.
Comunque lo stratega Roberto Vannacci si dimostra all’altezza del suo grado, generale di divisione che divide destra e sinistra, e questo è fin troppo facile Ma poi divide la destra pensante da quella abbaiante che, in crisi d’astinenza da definizioni frocio-style, lo elegge a proprio liberatore. Mentre lui vuole solo liberare se stesso da una geografia che lo annoiava fin dalle elementari per ottenere forse una candidatura con seggio sicuro, ad esempio, alle Europee. Oppure qualcos’altro. Quello che importa è inventarsi una campagna e vincerla, non come quella di Lollo.
Povera Giorgia, intelligente, preparata, brava, ma condannata a tappare buchi altrui, mentre lo sport nazionale è accusarla di tutto, anche di costosi tagli di panini o di scontrini da nababbi ostentati da cialtroni affamati di fama. Per non parlare dei meteorologi che, ben oltre il piove, governo ladro, per enfatizzare veri o, spesso, falsi cambiamenti di clima, sono arrivati a usare la punteggiatura, con camionate di esclamativi.
Comunque è estate, e la politica potrebbe considerarsi in vacanza se questi toni da villeggianti fossero diversi durante la stagione fredda. Al contrario, persino le Repubbliche e i Corsera che rincorrono, senza riuscirci, i TikTok, hanno acceso infinite micce che bruciano in pochi giorni, poi nessuno se ne ricorda. E poi tanti altri, senza esclusione di argomenti, annientando l’espressione “buon gusto” e provocando gli strali degli annoiati hanno addirittura scatenato gli odiatori nei confronti dei morti, mettendo Michela Murgia e Andrea Purgatori in contrapposizione a Silvio Berlusconi, falce di sinistra contro falce di destra. Gli hater, espressione inglese che sembra una patente disgustosa, ora si aggirano fra le tombe come vampiri on-line.
Ma forse, ripensandoci, il campionato non dovrebbe interrompersi mai, e la passione sguaiata è meglio riversarla su una squadra piuttosto che su argomenti seri e troppo difficili. Sul muro dello stadio felsineo c’era scritto “Il Bologna è una fede”: ecco, meglio adorare la pedata, anche se nella partita con il Milan c’era un solo italiano su ventidue.
In fondo, la fede non ha confini.
Aggiornato il 29 agosto 2023 alle ore 11:57