A suo tempo pensavo che Maurizio Landini, assumendo la guida della Cgil, ovvero il sindacato più antico e rappresentativo del Paese, smussasse notevolmente il tasso della sua insopportabile demagogia, così come conviene fare di fronte ai colossali problemi strutturali che affliggono oramai da decenni l’Italia.
Ma così non è stato e una sua lunga intervista, rilasciata in questi giorni al Quotidiano Nazionale, ne è la chiara dimostrazione. In essa, in estrema sintesi, si evidenzia la tendenza dell’attuale sinistra politico-sindacale a proporre tutta una serie di soluzioni semplici e a portata di mano per problemi e obiettivi piuttosto complessi e di difficile realizzazione. In particolare, nel mare magnum delle rivendicazioni ultra-radicali esposte nella citata intervista mi ha colpito l’idea di realizzare un referendum contro la precarietà e quella – assai ricorrente nei bolscevichi del terzo millennio – di utilizzare in modo draconiano la leva fiscale.
In sostanza, secondo l’ex leader dei metalmeccanici, “ci sono emergenze non rinviabili: penso alla sanità pubblica, pagata dai contribuenti, costretti, però, per i tagli, a ricorrere al privato sempre più spesso. Penso all’emergenza della formazione e dell’istruzione. E penso alla questione salariale e della precarietà del lavoro”.
Ebbene questa la sua infallibile ricetta per affrontare tali emergenze: “Le risorse vanno prese dove sono. Serve una vera lotta all’evasione fiscale: con 100 miliardi di evasione si deve dire basta ai condoni e ai concordati preventivi. È il momento di tassare la rendita finanziaria e le rendite immobiliari. È il momento non di fare spot elettorali, facendo finta di tassare gli extra-profitti delle banche, per farli diventare crediti di imposta. Occorre fare un ragionamento serio su tutti i profitti e su tutti gli extra-profitti. La questione fiscale è la questione delle questioni, mentre la delega approvata non va nella direzione giusta”.
Quindi, in pratica, lotta senza quartiere all’evasione (che in molti casi, con un sistema estorsivo come il nostro, trattasi di evasione di pura sopravvivenza) e inasprimento a tutto campo della già esorbitante pressione tributaria allargata. In altri termini, vista la endemica bassa crescita del sistema economico, anche a causa dell’eccesso di tasse e di burocrazia, Landini ci propone una linea folle con cui sprofondare assai rapidamente nella palude del sottosviluppo. Dopodiché, come ultima spiaggia, a questi impresentabili personaggi non resterà che ribadire slogan rivoluzionario di un loro ben noto antenato comunista: “Tutto il potere ai soviet!”.
E fu così che tutti vissero falliti e scontenti.
Aggiornato il 30 agosto 2023 alle ore 10:07