Sembrano ragazzini che litigano per un like per una ragazza di cui sono gelosi. Eppure nel Partito Democratico di Elly Schlein – oltre alla tendenza forcaiola e giustizialista, forse propedeutica all’accordo con il grillini di Giuseppe Conte – quello che salta agli occhi è una forma di “impazzimento social” davvero degno di miglior causa.
Leggere per credere il richiamo in prima del Corriere della Sera dell’altro giorno, con cui si dava atto della “quasi chiusura” della polemica con il portavoce della Regione Lazio, Marcello De Angelis, “reo” di avere scritto un post su Facebook in cui si dichiarava convinto della innocenza di Francesca Mambro, Valerio Fioravanti e Luigi Ciavardini dall’accusa di essere stati gli esecutori materiali della strage di Bologna, avvenuta il 2 agosto del 1980.
“Quasi chiusura” perché in realtà si era aperto un nuovo fronte di polemica sempre social per il like di un sottosegretario di Fratelli d’Italia allo stesso post di De Angelis. Sottosegretario di cui, ovviamente, si chiedevano le immediate dimissioni. Insomma, non solo si vuole comprimere la libertà di espressione e di pensiero dell’avversario politico, ma dovrebbe bastare un like al post sbagliato per scatenare una polemica.
Dire che tutto ciò sia infantile, politicamente ed umanamente, è ancora poco. Ci sta un vero e proprio problema di “impazzimento social” del Pd a guida Elly Schlein. E anche questo fenomeno – che cade e scade nel ridicolo – è il frutto di questa maionese impazzita che sta diventando l’alleanza con i Cinque Stelle. Come a dire che “chi va con gli zoppi impara a zoppicare”. Contenti loro.
Al netto della classe dirigente un po’ da operetta che ha intorno, la premier potrà dormire sonni tranquilli almeno sino a fine legislatura. Poi Dio provvederà.
Aggiornato il 11 agosto 2023 alle ore 12:30