Strage di Bologna, la memoria corta della sinistra

Sassolini di Lehner

L’opposizione assetata di argomenti contro l’Esecutivo s’inventa di tutto e si attacca a tutto, quand’anche il tutto sia il tram.

Si sono attaccati al tram anche i giornaloni, già organi di stampa dei massacratori di Enzo Tortora, quindi di Mani pulite, del Potere Forte Togato, dell’antipolitica, dell’antiparlamentarismo sotto forma di demonizzazione della “casta”.

Infatti, i giornaloni chiedono conto, con tanto di strida e chiasso, alla Meloni delle dichiarazioni di Marcello De Angelis, portavoce del presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca.

De Angelis, a proposito della strage alla stazione centrale di Bologna, 2 agosto 1980, ha semplicemente ripetuto, sia pure con sintagmi diversi, il giudizio di Francesco Cossiga, il quale chiese scusa al Movimento sociale italiano per aver, a caldo, quand’era presidente del Consiglio, attribuito l’azione terroristica alla destra fascista. Scusandosi, aggiunse che i responsabili andavano cercati all’estero, alludendo alla pista palestinese. Cossiga fece queste affermazioni nel 1991, cioè da Presidente della Repubblica, essendo probabilmente in possesso di informazioni attendibili.

De Angelis non crede alle sentenze bolognesi, così come Cossiga cambiò idea sulle responsabilità dei fascisti (“La targa alla stazione di Bologna che definisce fascista la strage del 1980 va tolta”, 15 marzo 1991).

Tanto can-can e accuse di neofascismo alla Meloni non hanno giustificazione alcuna, visto che Cossiga non fu mai fascista e che la pista palestinese si è sempre cercato di insabbiare per non far sapere agli italiani tutti i criminali particolari con possibilità di varianti ricattatorie (collaborazione con la sinistra eversiva per il trasporto di armi, financo missili; sostegno politico e diplomatico alla causa palestinese, scarcerazione di terroristi, in cambio della salvaguardia da attentati e violenze ad italiani, con libertà, però, di colpire interessi Usa ed israeliani) del patto scellerato – il lodo Moro – tra lo Stato italiano e l’Olp. Nelle pieghe di siffatto patto scellerato si celò anche il rapporto organico tra Brigate rosse, terrorismo palestinese, Servizi segreti, in ispecie l’Stb cecoslovacca.

Insomma, la pista palestinese non si addiceva alla presentabilità dei comunisti emiliani (epicentro delle Br fu Reggio Emilia) ed italiani, nonché al doppio petto equidistante della politica antisemita ed antisionista.

De Angelis ha, dunque, espresso un’opinione peraltro condivisa da molti altri italiani sinceramente liberaldemocratici e per nulla fascisti. Dietro allo scandalo inesistente traspaiono malafede, memoria corta, sconoscenza del dossier Mitrokhin, mancanza di spessore politico-culturale degli attaccati al tram contro l’Esecutivo Meloni.

Aggiornato il 09 agosto 2023 alle ore 09:52