Piove Governo ladro? Oppure “si muore di caldo, Governo negazionista”? Non ci si crede ma questi due slogan, varianti della medesima banalità da ossessione climatica, sono stati neanche tanto implicitamente ripetuti, peraltro in maniera quasi ossessiva, negli interventi tenuti alla Camera dai nuovi esponenti della classe dirigente del Partito Democratico, Elly Schlein per prima.
Il tutto è avvenuto nel dibattito tenutosi negli scorsi giorni in Parlamento sul Pnrr e sulle modifiche comunicate dal ministro Raffaele Fitto. L’argomento principe del Pd di lotta era più o meno questo: “Avete levato 800 milioni di finanziamenti alle startup che fanno ricerca sulle energie rinnovabili? Avrete sulla coscienza i prossimi morti per le future alluvioni che ci saranno, e che saranno anche peggiori di quelle che hanno investito l’Emilia-Romagna”.
Le ipotesi scientifiche diventano certezze e le conseguenze che se ne traggono dogmi. Il Pd ha scelto questa linea suicida di fare opposizione e se ne vedranno i risultati alle Europee. Recentemente, anche giornali ormai da tempo dichiaratamente di sinistra come Il Foglio del duo Cerasa-Makkox (il vignettista che ha sostituito il compianto Vincino) rilevano quasi ogni giorno che Dio manda in terra come sia diventata ormai insopportabile questa ossessione ecologista, ansiogena quanto ideologicamente retorica, in cui sembra essere caduto persino il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, criticato apertamente tanto da Giuliano Ferrara quanto dallo stesso Claudio Cerasa per l’ennesimo appello insieme ad altri Capi di Stato europei contro chi osa mettere in dubbio il postulato su cui si regge il teorema della catastrofe climatica.
Però gli appelli restano tali – innocui e generici per lo più – mentre gli accenti nelle aule parlamentari usati dall’opposizione sono ormai sulla falsariga isterica della campagna del “#metoo”, che poi si è visto come sta andando a finire. Si sta sfiorando il ridicolo se non il grottesco. La teorizzazione politica, appunto, del “piove Governo ladro”. E “per giunta fascista”.
Schlein sta puntando tutto su quello che molti definiscono un vero e proprio “terrorismo” psicologico. Sperando forse di innestare nella destra di Governo quello stesso senso di colpa misto a soggezione psicologica, con un pizzico di condimento “opportunista”, che ha portato per quieto vivere il presidente del Senato, Ignazio La Russa, a definire “certamente fascista” la matrice della strage di Bologna del 2 agosto 1980.
Oramai, però, persino la base del Partito Democratico sembra non poterne più delle intemerate di Elly e in molti attendono le Europee. Non tanto coltivando speranze di rivincita e di riscatto, quanto piuttosto puntando sulla probabile ennesima batosta che spazzerebbe via una volta per tutte la segretaria e tutto il suo inner circle. Magari riportando il Pd con i piedi sulla terra. “Che già sarebbe qualcosa”, come dicono gli esasperati esponenti della vecchia guardia. Alcuni dei quali – non pochissimi – ancora rimpiangono i bei tempi di altre elezioni europee. Quelle in cui un certo Matteo Renzi portò il partito oltre al 40 per cento.
Aggiornato il 09 agosto 2023 alle ore 09:51