Governo liberale cercasi

In queste ultime settimane stiamo assistendo ad una successione di iniziative del Governo in carica a dir poco sconcertanti, soprattutto per quei veri liberali che non hanno paraocchi ideologici. 

In particolare, si fa molta fatica a definire liberale una maggioranza che, dopo aver obbligato chi gestisce gli impianti dei carburanti ad esporre il prezzo medio regionale a fianco di quello praticato, propone di calmierare i prezzi dei generi di prima necessità per bloccare l’inflazione. Inflazione che ha profonde cause strutturali, tra cui la crisi di alcune materie prime e l’inondazione monetaria resa necessaria dal blocco delle attività economiche conseguenti alle dissennate chiusure decise per contenere una pandemia rappresentata dalle nostre autorità dell’epoca più letale della peste.

Ma non basta, i liberali guidati da Giorgia Meloni hanno da poco deciso di estendere l’obbligo assicurativo a tutti i mezzi elettrici leggeri, come monopattini e biciclette con pedalata assistita. In questo caso quest’ultimi si sono dimostrati addirittura più realisti del re, come si suol dire, dal momento che nella direttiva europea in cui viene previsto tale obbligo è scritto a chiare lettere che la scelta finale è lasciata ad ogni singolo Stato.

Pertanto, secondo una nostra “invidiabile” tradizione burocratica, l’Italia non poteva farsi sfuggire l’occasione di applicare un ulteriore balzello, aumentando il numero degli adempimenti da assolvere per allietare la nostra felice esistenza.

E non finisce qui. Come definire la sperimentazione del taxi gratis per chi esce da una discoteca in stato di ebbrezza messa in atto dal ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, (una denominazione che mi provoca una punta di orticaria), Matteo Salvini? Al di là del solito vezzo dei politici di fare del bene coi quattrini degli altri, stupisce che chi sostiene, almeno a parole, il valore della responsabilità individuale possa poi incentivare un atteggiamento del tutto opposto, offrendo una sorta di paracadute ai soggetti che oltrepassano i limiti della stessa responsabilità individuale.

Francamente, in questo indigesto fritto misto di demagogia e dirigismo di bassa lega faccio una fatica bestia a scorgere un qualche elemento di autentico liberalismo, secondo cui in una moderna economia di mercato lo Stato svolge essenzialmente il ruolo di regolatore, tracciando, nei vari settori di pubblico interesse, il perimetro entro il quale operano le iniziative più o meno organizzate dei gruppi e dei singoli cittadini.

Sebbene sia passata molta acqua sotto i ponti dell’Arno, risulta tuttavia ancora molto attuale quell’idea, ahinoi rimasta in gran parte sulla carta, portata avanti nel 1993 da Silvio Berlusconi, di un partito liberale di massa che svincolasse il sistema dall’eccesso di tasse, di norme e di pastoie burocratiche che ancora lo ingessano pesantemente.

In tal senso, sulla base di un ragionevole pragmatismo, da un Governo “amico” ci aspetteremmo che almeno non peggiori il fosco quadro fiscale e normativo che caratterizza da decenni questo disgraziato Paese, evitando se possibile di introdurre altri prelievi occulti, con la scusa del bene comune, ed altre scartoffie solo per aver incautamente acquistato un monopattino elettrico, anche solo per usarlo durante le vacanze estive. Direi che proprio non ci siamo.

Aggiornato il 08 agosto 2023 alle ore 09:54