Politicamente scorretto

In tema di scontro sulla Giustizia, che vede ricompattarsi al tintinnar delle manette le componenti forcaiole della sinistra, grillini compresi, la presa di posizione espressa da Giorgia Meloni in merito alla vicenda di Leonardo La Russa, in cui la premier esprime una generica solidarietà alle donne che denunciano abusi e violenze, sembra più un tentativo di gettare acqua sul fuoco anziché una radicata convinzione politicamente corretta.

Personalmente, pur sapendo che nella maggioranza dei casi il carnefice è di sesso maschile, ritengo che, in una democrazia improntata al garantismo, sia di gran lunga preferibile esprimere vicinanza per le vittime accertate, di qualunque genere o provenienza esse siano. Vittime accertate che, nel nostro attuale sistema, lo sono solo dopo un regolare iter giudiziario.

D’altro canto, alle prese con la dominante retorica di genere, che è riuscita ad imporre l’idiozia terminologica del femminicidio – idiozia giustificata da una falsa emergenza, visto che l’Italia è agli ultimi posti in Europa in merito a questa fattispecie di delitto – e considerando che oltre la metà degli elettori sono donne, chi occupa la stanza dei bottoni non può prescindere dall’obbrobrio di solidarizzare a priori con qualsiasi donna che presenti una denuncia e, nel contempo, sostenere giustamente che sul caso in questione “bisogna poi andare nel merito per comprendere cosa sia veramente accaduto”.

Tuttavia, noi che nella stanza dei bottoni non ci siamo e probabilmente mai ci finiremo, possiamo tranquillamente assumerci la responsabilità di affermare che, così come non basta un avviso di garanzia per fare un colpevole conclamato, non è assolutamente sufficiente una denuncia per assumere il ruolo di vittima di un reato nell’ambito di un Stato di diritto.

Aggiornato il 15 luglio 2023 alle ore 10:03