Lo strano golpe russo

In merito allo strano golpe russo, inscenato dall’amletico Yevgeny Prigozhin, padre padrone della potente milizia strutturata Wagner, l’unica cosa che possiamo dire è che nessuno ci ha ancora capito qualcosa di rilevante.

A tutta prima, per come sono stati raccontati i fatti dai principali protagonisti russi di questo surreale braccio di ferro, sembrerebbe una vera e propria pagliacciata, probabilmente tendente a nascondere le vere mire di tutti quelli che l’hanno messa in piedi.

Tra le ipotesi vi è anche la possibilità che ci si trovi di fronte ad un tentativo di scompaginare le carte di un conflitto, quello contro l’Ucraina, che non sta andando certo bene a chi lo ha improvvidamente scatenato, e che sia proprio lo stesso Vladimir Putin il burattinaio che ha mossoi fili di un colpo di Stato che, dopo l’esilio volontario di Prigozhin in Bielorussia, ci riporta alla memoria quello altrettanto ridicolo tentato in Italia nel 1970 da Junio Valerio Borghese, anch’egli fuggito in un altro Paese, la Spagna, dopo aver annullato all’ultimo momento un’insurrezione programmata da tempo.

Sta di fatto che, come ahinoi inclinano a fare anche alcuni liberali e libertari di questo disgraziato Paese, continuare a ritenere l’autocrazia russa un modello alternativo alle democrazie occidentali, che per i soliti complottisti in servizio attivo permanente sarebbero dominate da una schiera di potentati occulti, sta diventando veramente diabolico.

Anche perché solo il pensare che nella stessa e sempre più instabile autocrazia è presente un colossale arsenale nucleare dovrebbe essere fonte di grave preoccupazione per tutti noi.

In questo senso, di fronte a questo ulteriore, seppur finito per ora a tarallucci e vino, segnale di instabilità proveniente dalla Russia non possiamo che augurarci una rapida e pacifica evoluzione in senso realmente democratico della sua società. Non credo che in questo momento si possa aggiungere altro.

Aggiornato il 27 giugno 2023 alle ore 09:15