Umanità sott’acqua

Mentre esce L’Opinione, mentre leggete questo pezzo, l’ossigeno del Titan, secondo le previsioni degli esperti, si sta esaurendo. E i cinque uomini che hanno sfidato il pericolo, pur di vedere i rottami del Titanic, stanno facendo una delle fini peggiori che si possano immaginare.

Ma sono ricchi e per togliersi questa soddisfazione, o meglio, per tentare di farlo, ognuno di loro ha speso un quarto di milione, tre volte il costo di un appartamento popolare con mutuo trentennale. Troppo ricchi per essere ammaliati da un filmetto di cassetta con un ragazzo povero ma bello, che si sente il re del mondo perché è innamorato: è innegabile, il loro è solo uno sfizio.

Però l’Italia dei social non ce la fa proprio a trattenere il benaltrismo da maestrini acidi. E chi ha una paura folle dei vivi, ancora una volta spara sui morti. O, in questo caso, sui moribondi. Chi spende simili cifre per vedere un relitto, quattro chilometri sotto il pelo del mare, non si lamenti se poi le cose vanno male. Infatti, si teme che non abbiano il tempo di farlo. E i web-soloni che li giudicano non sono nemmeno sfiorati dall’idea di come ci si sente quando si sta per rimanere senz’aria, molto peggio che senz’acqua.

I ricchi, poi, si immaginano cattivi, egoisti. Dunque, si può anche pensare che ognuno di loro respirerà ancora più forte, sottraendo aria agli altri, come se facesse un’inutile scorta. Hanno accettato di vivere quest’avventura in uno scafetto di pochi metri, senza sedili e con un bagno dietro una tenda: come testimoniano gli operatori del turismo, i vip antepongono l’emozione al lusso in cui vivono sempre.

Troppo ricchi per essere commiserati nelle ore in cui le speranze di salvezza si affievoliscono, come l’ossigeno, minuto per minuto. E scattano i paragoni con i migranti, come se la pìetas non fosse un valore universale, un diritto-dovere di tutti e nei confronti di tutti, ma dovesse essere lottizzata secondo i dettami del politicamente corretto.

Genere umano contro avversità, sempre e comunque. Invece, no. Davanti a questo dramma la buttano in politica, quella per cui i comuni mortali fanno un tifo cieco e irrazionale: i benaltristi trovano sbagliato impiegare tante risorse per questi capricciosi, e non altrove. Come se i soccorsi americani e canadesi fossero alternativi a quelli nel Canale di Sicilia o nell’Egeo. E mentre dall’Atlantico si succedono segnali e smentite, la web-socialità è intrisa di gente che lavora a maglia con ghigno inconfessabilmente soddisfatto, come le donnette che vedevano calare lame sulle teste in quell’Ottantanove.

Tanti, troppi, non si accorgono della propria invidia di falliti, nella mente prima che nella società. E vivono le loro basse emozioni come giustizia sociale. Poi impazziscono per qualsiasi Tom Cruise, si ammazzerebbero per un selfie con lui, accorrono in Vaticano nella speranza di una sua benedizione: perché Tom non è visto come ricco, lui fa cose impossibili. Macché finzione, è un dio.

Quelli del Titan, invece, sono stati padroni di un pezzettino di mondo. E ora, per qualcuno, hanno vissuto abbastanza. C’era una volta (ma è mai esistita?) l’umanità.

Aggiornato il 23 giugno 2023 alle ore 09:55