I figli so’ piezz’ ’e core

I figli so’ piezz’ ’e core: questa è forse la più celebre battuta di Filumena Marturano nell’omonima commedia teatrale scritta dal grande Eduardo De Filippo. Ed è probabilmente ciò che i genitori dello studente accoltellatore di Abbiategrasso avranno pensato, mentre maturavano l’intenzione di fare ricorso contro la bocciatura e la contestuale espulsione dal liceo Alessandrini, sito nella medesima cittadina lombarda.

Per la cronaca, il 29 maggio scorso lo studente sedicenne ha colpito con ben sei fendenti la sua insegnante di storia, di cui alcuni in testa, provocandole anche una microfrattura cranica. Inoltre, in precedenza era già in ballottaggio per prendersi un 5 in condotta, a causa di comportamenti poco consoni, culminati con l’utilizzo di uno spray in classe. Ma per la famiglia, evidentemente, tutto questo non giustificherebbe la citata sanzione, raggiunta ufficialmente all’unanimità dal Consiglio d’Istituto del liceo.

Abbastanza surreali, a tale proposito, sono sembrate le parole del legale dei genitori del ragazzo: “Aveva la media del 9 in fisica e dell’8 in matematica: è arrivato secondo ai giochi matematici dell’istituto. L’unica insufficienza era in storia, con la professoressa in questione – ha dichiarato l’avvocato Stefano Rubio al Corriere della Serasi è trattata di una mossa cautelativa, quasi pilatesca, da parte della scuola. E non è un bel segnale. La decisione è stata presa dal Consiglio di istituto, che non è formato dai suoi insegnanti e, in via riservata, abbiamo saputo che la decisione non è stata condivisa da tutti loro. Il ragazzo, che è ancora sotto osservazione psicologica, non sarebbe comunque mai tornato in quella scuola. La bocciatura e l’allontanamento renderanno più difficile un inserimento futuro in classe, tra l’altro con ragazzi più piccoli. Invece di non ammetterlo agli scrutini, avrebbero potuto giudicarne il rendimento e poi decidere in seguito sull’espulsione”.

Certo, molta acqua è passata sotto i ponti dell’Arno da quando per molto, ma molto meno, si veniva cacciati da tutte le scuole del Regno. Tuttavia, se ancora oggi, nonostante la caduta verticale del cosiddetto principio di autorità, nella scuola italiana si rischia di ripetere l’anno per un brutto voto in condotta, come è possibile che neppure sei coltellate inflitte a una docente siano sufficienti per giustificare una sonora bocciatura? Bocciatura che, contrariamente a ciò che pensano i genitori del ragazzo, in questo caso dovrebbe rappresentare una scelta anche in favore di quest’ultimo, in quanto finalizzata a ripristinare il fondamentale nesso educativo di causa ed effetto che, nella moderna educazione, dominata da un catastrofico perdonismo, sembra quasi scomparso.

D’altro canto, come qualche avvertito pensatore ancora oggi si sforza di sostenere, una società in cui i genitori fanno sempre più fatica a imporre limiti e a dire dei “no” ai propri figli è una società che ha smarrito il suo orizzonte vitale.

Aggiornato il 23 giugno 2023 alle ore 10:02