Sassolini di Lehner
Per fortuna sono al di sopra di ogni sospetto. Nessuno, credo, ha scritto quanto me – grazie a Boris Eltsin che aprì agli studiosi occidentali gli archivi del Pcus – sui crimini del comunismo sovietico, dell’Nkvd, del Cremlino, in modo particolare contro gli stessi comunisti italiani ed Antonio Gramsci.
Oltre mille tra socialisti, comunisti ed anarchici italiani, trasferitisi in Urss per apportare il loro mattone nell’edificanda società a misura d’uomo, trovarono in luogo dell’Eden dell’homo novus tortura, carcere, Gulag, fucilazioni, fosse comuni. A massacrarli fu la filiera criminale rossa: delazione da parte dei dirigenti comunisti italiani, Nkvd, processi farsa o solo procedure amministrative, lavori forzati, piombo alla nuca.
Il comunista sardo, ad esempio, fu abbandonato nelle mani dei fascisti da Palmiro Togliatti, quindi sospettato dagli stalinisti di eresia trockista-bordighista, addirittura bersagliato dai compagni carcerati a sassate in quel di Turi; infine, colpito anche nella sua famiglia, derubata dal Pci dei diritti d’autore sottratti alla vedova ed agli orfani. Gramsci, paradossalmente, non fu fucilato proprio perché relegato nelle carceri fasciste.
Di codesti orrori ho scritto quanto basta per elevare l’anticomunismo a imperativo morale, prima che politico.
Insomma, nessuna simpatia per il Kgb e per Vladimir Putin, nonostante lo abbia accontentato, vergando su sua pressante richiesta, insieme a Marina Sinitsyna, la prima biografia in russo di Silvio Berlusconi, pubblicata dalla Olma Press di Mosca nel 2002.
Pochi mi crederanno, ma lo spietato Vladimir Vladimirovič, a riprova che nell’animo umano molti sono gli sconcertanti angoli alterni interni, all’amicizia tiene molto e intese omaggiare Berlusconi nella sua prima visita ufficiale in Russia con il regalo insolito ed affettuoso di una biografia in cirillico. Di qui, anche la ricambiata amicizia del Cavaliere. Quindi, lungi da me accuse di sinergia con l’aggressore.
Eppure, condanno il progetto Nato-Usa di Delenda Russia. Tremo al pensiero di una Russia sconfitta, sbaragliata, umiliata, atomizzata, entropizzata, ricordando che proprio la devastante sconfitta dell’impero zarista aprì le porte al bolscevismo e di conseguenza al fascismo, al nazismo, al patto Molotov-Ribbentrop, alla Seconda guerra mondiale, all’Olocausto.
Se il secolo ventesimo, annunciato con grandi e rosee speranze, balletto Excelsior, Belle Époque, Tour Eiffel, si trasformò in un inferno, la causa scatenante fu proprio la débâcle e la dissoluzione dello Stato russo, come a dire che un forte squilibrio politico, socioeconomico, militare, geografico crea inesorabilmente un imprevedibile e disastroso effetto domino.
Per questo sono profondamente preoccupato, quando sento parlare di pace raggiungibile soltanto con la sconfitta della Russia. Per questo, sono contrario ad inviare armi utilizzate a portare la guerra dentro i confini della Russia.
Aggiornato il 07 giugno 2023 alle ore 09:59