Ci troviamo nella stagione della megalomania attizzata da una costante campagna mediatica.
Ci si cambia il profilo, i lineamenti, il sesso, insomma, ci crediamo creta e ci creiamo di continuo.
Un tempo si parlava solo di centralità dell’uomo, oggi – ma l’origine si cela negli sproloqui nietzschiani e marxiani – ci vogliono far credere alla centralità dell’homo novus, il superuomo nuovo Creatore.
Ci dicono, infatti, che noi, irrilevante pulviscolo mortale sperduto nell’Universo, siamo così potenti da poter distruggere o salvare il Pianeta.
Qualche anno fa (26/12/2004), lo rammento ai teorici dell’attuale superomismo, un’enorme barriera corallina – l’inquinamento umano avrebbe potuto intaccarla solo dopo decenni – fu spazzata via in un decimo di secondo dalla Natura matrigna in foggia di tsunami scaturito da un terremoto di grado 9,3 della scala Richter.
Ebbene, in attesa che i persuasori la smettano di montarci la testa, io, intanto, dichiaro che non intendo salvare il Pianeta, per la semplice ragione che non ce la farei e che è già tanto difficile per noi umani salvarci dagli orsi, dai giudici dei Tar, dagli imbroglioni dell’“erba voglio” e financo dagli acquazzoni.
Aggiornato il 18 aprile 2023 alle ore 09:52