Sassolini di Lehner: l’antifascismo va difeso dagli antifascistelli

A Firenze non c’è stato alcun assalto squadrista. Ed è ora che i sinistrati la piantino con l’allarme del fascismo alle porte.

L’antifascismo va difeso da quanti lo disonorano, facendolo diventare merce da centri sociali che spacciano droga.

Un professore fiorentino al di sopra delle parti ha dichiarato: “C’era questo volantinaggio dei ragazzi della destra. Sono usciti quelli dei Collettivi e hanno cominciato ad insultarli e strappare i volantini. Hanno tirato delle spinte e a quel punto quelli di Azione Studentesca hanno cominciato a picchiare”.

Il vezzo di far diventare aggressori gli aggrediti mi fa tornare alla mente il fattaccio di Sezze (Lt). Lo racconto per amore della verità, da liberalsocialista, senza alcuna simpatia per i neofascisti.

Il Movimento sociale italiano, per la campagna elettorale del 1976, invia il deputato Sandro Saccucci a Sezze per tenere un comizio regolarmente autorizzato. L’esponente missino non può parlare, perché aggredito da un gruppo di militanti comunisti, appartenenti alla Fgci ed a Lotta Continua. Riesce a stento a risalire in auto, per ritornare a Roma. Quando Saccucci si trova a circa 100 chilometri da Sezze, il missino Pietro Allatta si vede circondato dai comunisti. Si trova in auto insieme al figlio, si spaventa e per liberarsi spara dei colpi a terra, uno dei quali, di rimbalzo, ferisce a morte il giovane comunista Luigi Di Rosa, mentre un altro accerchiante, Antonio Spirito di LC, viene colpito, sempre di rimbalzo, ad una gamba. Entrambi, dunque, sono sfortunate vittime della pretesa tipica dei comunisti di stabilire chi può o no manifestare il proprio pensiero.

L’antifascismo cinico ed ipocrita, attraverso una narrazione menzognera e martellante, si erge a giudice iniquo: 12 anni a Saccucci per “concorso morale in omicidio” e 13 ad Allatta per omicidio e ferimento di rimbalzo. Una vergogna, insomma, da Tribunale Speciale Comunista.

La Cassazione, dopo anni, riparerà alla follia di condannare un uomo distante 100 chilometri dal luogo della sparatoria fatale a Di Rosa, mentre Allatta, a cui non viene riconosciuta neppure parzialmente la legittima difesa, né lo stato di necessità, sconterà 8 dei 13 anni.

Basta, dunque, con l’inquinamento fraudolento del nobile e vero antifascismo, quello di quanti non sottoscrissero il patto Molotov-Ribbentrop.

Quello degli esuli, dei carcerati e dei confinati, non quello dei fascisti, divenuti opportunisticamente comunisti e cattocomunisti, che approvarono le leggi razziali del 1938 o che, come Enzo Biagi, recensirono entusiasticamente il film antisemita “Süss l’ebreo”.

Aggiornato il 27 febbraio 2023 alle ore 09:29