Dalla Cina con terrore

Come riportato dalla stampa internazionale, l’Ecdc, il Comitato per la sicurezza sanitaria comunitario, ha bocciato l’iniziativa unilaterale presa dall’Italia di sottoporre a tampone antigenico i cittadini cinesi che giungono nel nostro Paese, considerando ingiustificato tale screening. Secondo i responsabili dell’Ecdc, “i Paesi Ue hanno livelli relativamente alti di immunizzazione e vaccinazione e le varianti che circolano in Cina sono già in Ue, tale misura non è necessaria a livello dell’Unione europea nel suo complesso”. Oltre a ciò l’iniziativa promossa dal nostro ministro della Salute, al pari di ciò che fece il primo Governo Conte, bloccando solo i voli diretti dalla Cina nel gennaio 2020, risulta del tutto velleitaria e piuttosto simbolica, visto che il 95 per cento dei viaggiatori cinesi arrivano in Italia attraverso altri scali. Da qui il pressing dell’Italia, che finora non avrebbe avuto alcun esito, per convincere il resto dei partner europei a fare fronte comune, così da trasformare l’intera Europa in un immenso tamponificio.

Tutto questo ambaradam, poi, si giustificherebbe dall’esigenza di bloccare un virus endemico a livello globale, che attualmente registra un basso tasso di letalità, stimato dal presidente dell’Agenzia italiana del farmaco, l’illustre virologo Giorgio Palù, in uno 0,045 per cento. Ovvero molto al di sotto di quello dell’attuale influenza, che quest’anno risulta più cattiva del solito proprio a causa delle dissennate misure anti-Covid. Misure che non hanno minimamente scalfito la sua circolazione, ma hanno però impedito a gran parte della popolazione sana di ottenere quella sorta di immunizzazione naturale nei riguardi dei virus influenzali. In realtà, si ha l’impressione che pure l’attuale Esecutivo si stia facendo prendere dalla smania di chi lo ha preceduto nell’adottare un qualsiasi provvedimento, a prescindere dalla sua effettiva efficacia, tanto per dimostrare a una popolazione ancora stordita da tre anni di comunicazione del terrore che è solo grazie a ciò che viene garantita la sicurezza pubblica. Si tratta di un meccanismo perverso, così come abbiamo drammaticamente sperimentato nell’era del Covid-19, che tende ad alimentarsi da solo, favorito da un coacervo di diffusi interessi politici, economici e professionali che con la tutela della salute pubblica non hanno proprio nulla a che vedere.

Aggiornato il 30 dicembre 2022 alle ore 10:05