Ministri politici o resa incondizionata della politica?

Gli elettori italiani che hanno espresso il loro voto a favore dei partiti della coalizione di centrodestra aspettavano da undici anni un Governo pienamente politico. Il voto è stato chiaro: ha assegnato la maggioranza assoluta ai partititi di centrodestra e, nell’ambito della coalizione, la maggioranza relativa a Fratelli d’Italia. Quindi, per la regola che si sono dati gli alleati, la guida dell’Esecutivo spetta alla leader di FdI!

L’iter procedurale previsto, perché entri nella pienezza dei poteri il nuovo Governo, è piuttosto articolato. Il primo passaggio è l’insediamento del nuovo Parlamento che segna l’inizio della diciannovesima legislatura. Il passaggio successivo riguarda l’elezione del presidente del Senato e della Camera, rispettivamente la seconda e la terza carica dello Stato. A questo punto il Presidente della Repubblica inizia le cosiddette consultazioni con i responsabili dei partiti che prospettano al Capo dello Stato l’indicazione del presidente del Consiglio a loro gradito. Lo stesso Presidente deve considerare chi, tra i potenziali incaricati, può ottenere la fiducia da entrambe le Camere. È di tutta evidenza che l’incarico dovrà essere assegnato a Giorgia Meloni che ha i numeri per ottenere la fiducia in Parlamento. Il presidente del Consiglio incaricato si dovrà recare in entrambe le Camere per illustrare il programma di Governo e ottenere la fiducia. Con l’ottenimento della fiducia, l’Esecutivo assume la pienezza dei poteri previsti dalla Costituzione.

Nelle more che si compiano le procedure pleonastiche previste dalla prassi, è iniziato da tempo il toto-ministri. A quanto pare, la cosa più preoccupante è che la presidente del Consiglio in pectore potrebbe essere orientata ad assegnare alcuni Ministeri chiave a tecnici graditi al presidente Sergio Mattarella e allo stesso Mario Draghi. Hanno ragione Forza Italia e Lega, che ribadiscono che i dicasteri devono essere assegnati a politici. Il primato è della politica, in quanto ha avuto il mandato dal corpo elettorale. Se dovesse succedere che Giorgia Meloni possa accettare, ex ante, di essere messa sotto “tutela”, commetterebbe un errore gravissimo. Gli errori le saranno addebitati ex post. Eventuali meriti saranno solo dei tecnici. I cosiddetti super-esperti, che non hanno certo portato valore aggiunto alla guida del nostro Paese, godono del privilegio di casta di essere nominati dall’alto. Vengono imposti con nomine dall’alto, come se fossero indispensabili.

I politici sono responsabili di fronte agli elettori, se non raggiungono gli obiettivi a loro prospettati. I tecnici non rispondono a nessuno. E a prescindere dai reali risultati conseguiti, vengono sempre premiati con altri incarichi apicali. Esiste un altro Paese democratico al mondo che assegna a tecnici non politici i Ministeri chiave? No! Assolutamente no! Voglio sperare che Giorgia Meloni non cada nella trappola che le hanno preparato. È come ammettere che il centrodestra non abbia una classe dirigente in grado di assumere un determinato Ministero. È come riconoscere che non esistono professionisti di area in grado di consigliare i politici sui temi specifici. È come affermare che non si è in grado di assumersi le responsabilità di scelte che solo la politica può e deve fare. Sarebbe la resa incondizionata della politica!

Aggiornato il 05 ottobre 2022 alle ore 09:41