Elezioni subito

Siamo stati facili profeti quando nell’editoriale del 23 aprile scorso (Le previsioni del “Governo dei migliori”) avvertivamo i nostri lettori del rischio concreto che l’economia italiana si stesse avviando verso la stagflazione ovvero la stagnazione economica e la contestuale crescita dell’inflazione. Non avevamo consultato la palla di vetro. I segnali del mercato erano inequivocabili.

Chi ha competenze di base sulle dinamiche del mercato dei capitali, sa che le Borse valori tendono ad anticipare l’andamento dell’economia. Infatti, i primi effetti dell’inflazione galoppante si potevano riscontrare dall’innalzamento repentino dello spread sui titoli sovrani del nostro Paese, rispetto al rendimento dei bund tedeschi e il conseguente rialzo dei tassi d’interesse. Un altro chiaro segnale si poteva rilevare dalla significativa rettifica al ribasso dei corsi nella Borsa valori italiana. Tutti indicatori che dimostravano, a chi voleva realmente leggere i dati prospettici, che la crescita economica si era inceppata.

Ciononostante, il Governo – nell’elaborare il Def (Documento di Economia e Finanza) – era stato particolarmente ottimista, indicando una crescita prevista del Pil del 3,1 per cento. Piuttosto che una previsione, lo avevamo definito un libro dei sogni. E che subito dopo sarebbe iniziato il balletto delle revisioni al ribasso della crescita prevista, contando sulla memoria corta degli italiani. I mercati finanziari e gli investitori istituzionali basano le loro decisioni di operatività sul mercato sulla base delle aspettative future. Nell’incertezza, gli operatori finanziari preferiscono restare in stand by o disinvestire.

Quali segnali può dare al mercato un Esecutivo che naviga a vista, senza una rotta ben definita? L’autorevolezza riposta sul presidente del Consiglio, Mario Draghi, si è esaurita da tempo e lo dimostrano ogni giorno (anche i sondaggi) le prese di posizioni di quei Paesi (i frugali) che manifestano la crescente insofferenza nei confronti dell’Italia. Mario Draghi è arrivato a fine corsa! Restare ancora al Governo nelle condizioni date ne potrebbe minare l’autorevolezza che si era, con merito, conquistata svolgendo la funzione di presidente della Banca centrale europea.

Buonsenso vorrebbe che proprio i cosiddetti “partiti responsabili” dovrebbero, per primi, chiudere una esperienza di Governo estremamente negativa, che passerà alla storia come la legislatura dei bonus distribuiti a pioggia e per il Reddito di cittadinanza. Alle elezioni, subito!

Aggiornato il 08 luglio 2022 alle ore 10:00