Morire per Kiev?

Il risultato elettorale al ballottaggio delle Legislative in Francia conferma che il sentiment degli elettori transalpini – come quello degli italiani e degli europei, immagino – è significativamente mutato. Se gli exit poll saranno confermati dai risultati ufficiali, tutto cambierà nel Vecchio Continente.

Chi dei politici italiani è disposto a morire per Kiev? I Cinque Stelle guidati da Giuseppe Conte hanno fiutato la cosa. È probabile che l’appoggio incondizionato al sostegno all’Ucraina subirà una battuta d’arresto. Lo stesso Matteo Salvini, che è un politico di razza, ha già posto come condizione per il prosieguo del Governo che non accetterà eventuali appoggi esterni da parte dei deputati e senatori che seguiranno Conte in caso di fuoriuscita dall’Esecutivo.

Gli europei sono stanchi di seguire le decisioni calate dall’alto, che stanno compromettendo il loro tenore di vita. Le stesse imprese che esportavano in Russia non sono più disponibili a danneggiare le loro aziende per sostenere una guerra che non sortirà gli effetti sperati. Se si facesse un sondaggio tra gli italiani che avesse come quesito l’affermazione fatta dal nostro tecnocrate diventato presidente del Consiglio “vogliamo la pace o il condizionatore acceso?”, i cittadini risponderebbero, a larga maggioranza, “vogliamo la pace e il condizionatore acceso!.

Se non si cambia rapidamente marcia sul tema del conflitto russo-ucraino, ci aspetta un drammatico fine anno. La retorica di fornire armi all’Ucraina per costringere la Federazione Russa a desistere dalla guerra non ha funzionato! Se gli attuali leader politici non hanno la forza per imporre alle parti in conflitto una pace negoziata, è meglio che facciano un passo indietro. Ripeto, ci aspetta un fine anno dal punto di vista economico e sociale drammatico. È molto meglio chiudere la peggiore legislatura della storia italiana con elezioni politiche anticipate, per ridare una speranza agli italiani. Cari leader del centrodestra, la tornata elettorale francese ha dato un chiaro segnale di insofferenza. Le decisioni strategiche devono avere il supporto di un voto popolare!

Aggiornato il 20 giugno 2022 alle ore 12:25