La crescita dello spread porterà alla dissoluzione di questa Europa?

Il 3 gennaio del 2022 lo spread tra i tassi tedeschi e quelli italiani si attestava a 134 punti base. Dall’inizio dell’anno ad oggi il differenziale di tasso tra il debito sovrano tedesco e quello italiano si è incrementato di oltre il 51 per cento, quasi un aumento dell’1 per cento. La decisione presa dalla governatrice della Banca centrale europea, Christine Lagarde, di chiudere il Quantitative easing e di pianificare tra luglio e fine anno un aumento dei tassi di riferimento dello 0,75 per cento ha incrementato la propensione al rialzo dello spread.

L’Unione europea, dopo l’entrata in vigore dell’euro, il primo gennaio 2002, è lontana anni luce dallo spirito e dagli ideali che hanno reso possibile la sottoscrizione del Trattato di Roma del 1957.

Le tappe fondamentali del cammino comune che ne hanno determinato il successo partono dal 1949 quando viene costituito il Consiglio d’Europa. Nel 1951 nasce la Ceca (Comunita economica del carbone e dell’acciaio) ad opera di statisti del calibro di: Jean Monnet. Robert Schuman, Konrad Adenauer, Alcide De Gasperi.

Nel 1957 nasce la Comunità economica europea (Cee). I Paesi fondatori: Italia, Francia, Germania, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi. La libertà di scambio dei fattori produttivi all’interno del mercato comune europeo ne determinano la crescita economica, lo sviluppo sociale e la ricchezza dei Paesi fondatori. Per supportare e facilitare gli scambi tra i Paesi membri si rese necessario la creazione di un sistema di pagamento comune, alternativo al dollaro, e venne istituito lo Sme (Sistema monetario europeo).

Era un sistema di cambi fissi tra le diverse monete di conto.

Erano, tuttavia, possibili oscillazioni delle quotazioni delle valute entro un range predefinito che prese il nome di “serpente monetario europeo”. Nel 1979 nasce l’Ecu (European current unity) che era una moneta virtuale il cui valore era determinato dalla media aritmetica ponderata delle quotazioni delle valute: lire, franco, marco, peseta, dracma ecc. il cui peso aveva come sottostante la forza economica di ogni singola nazione.

Il primo gennaio del 1994, dopo il trattato di Maastricht, nasce Ime (Istituto monetario europeo) ovvero l’embrione di quello che diventerà poi la Banca centrale europea con l’introduzione della moneta unica.

La Banca d’Italia, con l’introduzione dell’euro, perde la facoltà di istituto di emissione della lira e in conseguenza l’autonomia monetaria (creditore di ultima istanza). In sostanza, l’Italia che nella sua storia ha sempre ottemperato al pagamento del proprio debito, diventa un Paese che presenta rischi di sostenibilità del proprio debito sovrano. Il perpetuarsi della crisi in essere e l’egoismo dei cosiddetti “Paesi frugali” porterà ad uno sfaldamento dell’attuale Unione europea.

L’Europa sarà forte se saprà essere anche solidale!

Aggiornato il 12 giugno 2022 alle ore 09:06