La democrazia è partecipazione

La democrazia è oggi diventata una parola vuota di contenuto. La crisi della democrazia è, a mio avviso, la diretta conseguenza del disimpegno da parte delle migliori risorse umane della società le quali, piuttosto che impegnarsi in politica, preferiscono valorizzare il talento nelle rispettive attività professionali o nelle loro imprese. Devo, mio malgrado, ammettere che le loro ragioni hanno un fondamento quando si è constatato che l’Italia è un Paese irriformabile.

Lo Stato è governato da una nomenclatura che non ha mai ricevuto un voto popolare. Quelle che una volta si chiamavano corporazioni sono diventate delle vere e proprie caste in grado di condizionare le scelte politiche, fatte da una mediocre classe dirigente che è più interessata a mantenere il proprio posto e i relativi privilegi, piuttosto che fare gli interessi degli italiani. I referendum popolari che hanno superato il vaglio della Corte costituzionale e che hanno raggiunto il quorum vengono puntualmente disattesi o edulcorati dalla politica.

Il referendum è la massima espressione della democrazia diretta ovvero della volontà del popolo sovrano. Risulta evidente la volontà politica di boicottare i referendum popolari che si terranno il 12 giugno 2022 “election day” in un solo giorno rispetto ai precedenti referendum che si sono sempre votati in due giorni. Eppure, sono un inguaribile ottimista. Sono certo che i giovani (lobotomizzati dai cosiddetti social che li ha resi tutti asociali) ritorneranno a fare politica e che prima o poi ci sarà di nuovo un leader che li farà sognare, immaginando una società migliore. Il 12 giugno prossimo facciamogli un dispetto: andiamo tutti a votare i quesiti referendari. Prendendo spunto da una canzone di Giorgio Gaber, la democrazia è “partecipazione”!

Aggiornato il 20 aprile 2022 alle ore 09:42