Riaperture al rallenty

Sul tema delle riaperture, che in Italia stanno procedendo con una lentezza esasperante, segnalo che sulla nostra libertà pende ancora la spada di Damocle di Roberto Speranza, il più chiusurista ministro della Salute dell’Occidente il quale, malgrado ciò che sta avvenendo ovunque in Europa, minaccia di mantenere l’obbligo delle mascherine al chiuso a tempo indeterminato. Di fatto, e non solo per le mascherine, in questo momento siamo rimasti i soli nel Vecchio Continente a mantenere molti degli assurdi divieti che ci hanno “allietato” l’esistenza negli ultimi due anni. Tant’è che persino i giornalisti di Sky Tg24, da sempre allineati sulle posizioni chiusuriste del Governo, durante il loro consueto appuntamento pomeridiano sulla pandemia, da qualche giorno “osano” sottolineare che rispetto a tutti gli altri Paesi dell’Unione europea – citando l’esempio di Francia, Germania e Spagna – l’Italia è l’unico Stato che ha adottato una linea oltremodo prudenziale in merito alle medesime riaperture. Tutto questo, ovviamente, senza minimamente chiedersi il perché, secondo una oramai acritica consuetudine di gran parte dell’informazione nazionale.

Sta di fatto che si fa più fatica a comprendere i presunti alleggerimenti e le modifiche apportate in senso meno restrittivo alle misure anti-Covid piuttosto che decifrare la famosa stele egizia di Rosetta. Si tratta in effetti di una Babele di assurde precauzioni e di distinzioni altrettanto assurde – come quella della quarantena di sette giorni per i vaccinati positivi, che sale a 10 giorni per i non vaccinati – che non avranno alcun effetto reale sul contenimento di un virus endemico e fortemente depotenziato, ma certamente contribuiranno in modo rilevante a tenere il Paese ancora semiparalizzato per altri lunghi mesi, soprattutto in relazione alle impreviste, gravi ripercussioni economiche che già si avvertono a causa della guerra in Ucraina.

E così, mentre si avvicina a grandi passi la Pasqua, noi continuiamo a farci del male scoraggiando il turismo estero e quello interno attraverso una inverosimile sequela di imposizioni, con l’unico risultato di portare acqua al mulino dei nostri più agguerriti concorrenti continentali. Concorrenti che, evidentemente, sono governati da una classe politica con un minimo di visione sistemica e, pertanto, poco propensa a sacrificare ogni cosa alla visione ristretta di chi – ogni Speranza è puramente casuale – preferisce giocarsi altri punti di Pil, pur di vincere le prossime lotterie elettorali capitalizzando il diffuso terrore virale che ha egli stesso grandemente e artatamente contribuito a diffondere.

D’altro canto, occorre avere l’onestà intellettuale di riconoscerlo, se è vero che la classe politica e l’informazione rappresentano una emanazione del tessuto sociale di una collettività, beh, allora vuol proprio dire che ci meritiamo tutto questo. Ossia ci meritiamo di vivere una agghiacciante nuova normalità a base di tamponi, quarantene, mascherine e qualsiasi altra misura presa ufficialmente per il nostro bene da una schiatta di personaggi senza scrupoli a cui, personalmente, non affiderei nemmeno la gestione dei gabinetti pubblici del mio quartiere.

Aggiornato il 19 aprile 2022 alle ore 09:39