Viva il petrolato!

Il telefono nero era fissato alla parete dell’ingresso, ma serviva per i pettegolezzi della mamma con le amiche e i sospiri delle figlie, sottovoce, perché il concetto di privacy era quello di accostare la porta che non si chiudeva mai del tutto. Non esistevano messaggerie, dunque non era necessario avvertire due volte il destinatario, chiedendo l’onore di chiamare quando e quale dei suoi numeri. Un fremito di padreternismo, però, ora ci pervade: quando qualcuno prenota un colloquio telefonico per chiederci se piove, ci sentiamo super-vip. Ma spesso sono gli altri ad annunciarci da Londra che davanti alla nostra finestra inizierà una pioggerella alle 16,30, con primissime goccioline ai venti.

Si entrava senza avvisare persino nei piccoli saloni e, addirittura, ci si sedeva pure, certi che il nostro barbiere Armando o la nostra parrucchiera Deanna ci avrebbero chiesto di pazientare dieci minuti, rimpiangendo sul quotidiano rosa i gol incassati domenica oppure ammirando le nuove bambole dell’Orietta nel rotocalco consumato. Si narra che qualche temerario osasse presentarsi in un ristorante qualsiasi, tutto vuoto e in giorni feriali, senza che gli chiedessero se avesse prenotato. E che poi mangiasse pure, qualche volta persino con un finto sconto.

Lo stesso per spettacoli, cinema e teatri, e stazioni, dove esistevano istituzioni dette biglietterie. Ora in tutti questi luoghi qualcuno si aggira senza fare, né poter fare nulla, per chi non ha una prenotazione on-line. E i boomer che non sanno di esserlo, ma lo sono, devono evitare di chiedergli che cosa ci stia a fare se non vende i biglietti. Forse lui sarà clemente e non chiamerà le forze dell’ordine, ma in futuro sarà meglio tacere.

L’idea più sbagliata del mondo è quella dei nostalgici che rimpiangono “i bei tempi andati, come si stava bene!”. Al contrario, la modernità ci aiuta, il problema è che non sappiamo usarla. O meglio, riusciamo a rendere mostruosi tutti i lati negativi, minimizzando i vantaggi. La democrazia non si è accorta dei colossi che dettano le regole con messaggi no replay, a cui non si può rispondere. Rari esploratori che, con trucchi alla Houdini, riescono a trovare un essere umano disposto a rispondere “diiica!” da un call center albanese e diventano eroi del vicinato fino a tre caseggiati dopo. Ovviamente, le prenotazioni obbligatorie servono a minimizzare, se non annullare, gli errori di valutazione del volume di affari, con tutti i vantaggi per i venditori, quasi nessuno per gli acquirenti.

I prezzi sono fissi, i contratti scritti corpo cinque e leggibili da pochi eroi della pazienza come il Furio verdoniano e solo tramite microscopio elettronico. Un mio collega e amico ha scritto un libro che dimostra come la tecnologia abbia abbassato il livello cognitivo dei giovani per la prima volta, forse nella storia. E questo dimostra come l’orgoglio dei genitori che, unanimemente, ammettono di essere meno tecnologici dei loro bimbetti di tre anni sia sbagliato, perché li avviano a una forma di autismo in cui saranno smartphone-dipendenti, guarderanno mini-cartoni sempre e ovunque, distruggendo i timpani di tutti gli avventori dei luoghi pubblici. Non capiranno più i ruoli di papà e mamma, che frequenteranno ben poco, rimanendo chiusi nel mondo virtuale. Il travaso smartphone-pupetto renderà infine superflua ogni domanda.

I riti, con cui le nuove comunicazioni digitali ci fanno arretrare di due secoli, li abbiamo inventati noi, abbozzando galatei digitali non richiesti né dalle istruzioni Ios né da quelle Android. Ci atteggiamo a ipercritici, siamo diventati tutti soldatini felici della videata che, al sesto tentativo, ci comunica con stelline e saette che il nostro conto bancario è stato prosciugato, ma abbiamo i due posti con vista parziale. Ma siamo felici. Perché la mettiamo in positivo: di mascherina, quella con tre effe e tre p, abbondiamo. E poi prenotazione del posto al concerto, del posto in aereo che costa, del panino in aereo che non si sa mai, del transfer con il pullmino che arriva altrove, ma camminare fa bene. E poi della camera d’albergo che potrebbe essere nel seminterrato e con due lettini piccoli, anche se siamo una coppia, perché la prenotazione del minuscolo lettone è “salvo disponibilità”, come il ritorno del bus, sette chilometri, ma camminare due volte allunga la vita. Per fortuna in questa situazione non siamo caduti improvvisamente. Piano piano, lisci-lisci, ringraziando il petrolato. Che si chiama comunemente vaselina, ma nel titolo sarebbe stato brutto.

Aggiornato il 07 aprile 2022 alle ore 09:42