Cattedra bollente in tempo di Quaresima

Una storia come tante altre: un alunno maggiorenne e consenziente fa sesso con una componente del corpo docente (sarà anche docente ma è pur sempre corpo). All’inizio sicuramente ci sarà stata – diciamo così – l’euforia per aver coronato il sogno proibito di qualsiasi giovanotto e cioè aver conquistato una più grande di lui, quella che in gergo può definirsi ingenerosamente la Milf, la tardona vogliosa. Poi, una volta scoperto che da parte di lei c’è del sentimento, scatta l’immaturità propria dei diciottenni, l’incapacità di uscirne in maniera adulta, la stupida vanteria che di fatto sputtana i di lei sentimenti coram populo attirando sulla malcapitata derisione generale, pubblicità a livello nazionale e problemi lavorativi di tipo disciplinare.

Pur trattandosi di due maggiorenni consenzienti, un Paese ancora bacchettone e benpensante come il nostro con queste cose ci va a nozze: e allora scatta la tagliola, il “dove siamo arrivati”, “ecchesarebbe ‘sto schifo” contro la “ninfomane senza scrupoli” che avrebbe violato un ragazzino inerme, il quale in realtà è un adulto arrapato dall’ormone impazzito. Inappropriato forse il rapporto tra un docente e un alunno? Sicuramente lo è, ma la nostra povera preside non meritava che la propria identità fosse divulgata e irrevocabilmente compromessa a reti unificate.

Forse, a livello disciplinare, avrebbe dovuto ricevere un richiamo e un trasferimento d’ufficio, ma nulla più. Stiamo parlando di fatti che sono sempre accaduti in ogni epoca, checché qualcuno venga a raccontarvi che “ai tempi suoi” queste cose non accadevano. Sciocchezze, i ragazzi “ai tempi suoi” non godevano di tutta questa libertà sessuale con le loro coetanee per cui esultavano come Marco Tardelli ai Mondiali del 1982 quando trovavano quella più esperta e consenziente, fosse la vicina di casa, la lattaia o la sorella più grande del loro compagno di banco. E non facevano tante storie in ossequio al motto “fin che dura fa verdura”.

Oggi invece c’è una donna che finisce sulla graticola, un Me Too al contrario, una pruriginosa storia di scandalo scoppiata tra i banchi di scuola e che vede due maggiorenni coinvolti. Solo che di una si sanno inspiegabilmente le generalità e dell’altro giustamente poco o niente. E tutti insorgono contro la “maniaca” che ha osato portare il sesso tra i banchi, quegli stessi banchi (ma anche quelli delle scuole elementari) in cui nessuno invece si scandalizza di ipotizzare modelli educativi e informativi “gender fluid”.

Che poi, come ha giustamente fatto notare qualcuno, ci sono banchi e banchi: se la cosa succede su un banco di scuola francese tra Emmanuel e Brigitte e finisce all’Eliseo, allora è una splendida storia d’amore. Se la stessa cosa succede altrove, allora è una squallida storia da cattedra bollente. Una sola domanda resta sullo sfondo: e se fosse tutta una montatura chi restituirebbe alla preside la propria onorabilità? Chi si occupa d’informazione dovrebbe riflettere sull’argomento prima di gettare nel tritacarne il presunto mostro.

Aggiornato il 04 aprile 2022 alle ore 10:34