Alla cannuccia del gas

Prima di essere il nome del fantastico cane di miei amici, Chomsky era sinonimo di rana bollita. Ma forse non tutti conoscono il grande filosofo, oggi più che mai attuale perché di origine ucraina e pensano che la rana bollita sia un piatto per amanti del genere. Però la paura non è acqua bollente, è una fiammata: vediamo il fuoco, ci allarmiamo, anche se l’incendio è distante da noi.

Non abbiamo studiato la geografia, non conosciamo la vegetazione, non sappiamo quali siano le piante più infiammabili, quali zone potrebbero trasmettere e quali circoscrivere un incendio, quanto tempo ci metterebbero le fiamme ad arrivare fino a noi. Nel momento in cui si vede il rogo, scatta l’allarme. E quando non si sa nulla di quello che sta accadendo, l’allarme è massimo, perché si fa a gara pensando che essere catastrofisti renda più credibili fra i chiaroveggenti di queste nuove disgrazie.

Ed è qui che la dinastia De’ Sciacallis sguinzaglia plotoni, battaglioni di criminali dalle lussuose caverne in cui vive. Questa famiglia ha ramificazioni in tutto il mondo e non smette mai di lavorare, perché le occasioni sono molto più numerose di quanto non si immagini. È intuitivo, la guerra, dovunque sia, è un’occasione d’oro e se anche la si combattesse fra due tribù della Papua Nuova Guinea, qualcuno metterebbe in giro il sospetto che coinvolgere il resto del mondo e dividerlo fra sostenitori degli Huli e dei Chimbu sarebbe un’eventualità molto probabile. Nel dubbio aumenta la paura, i tuttologi collegano gli Huli a una superpotenza per via di un viaggio che anni prima portò nella zona un uomo vicino a un super-presidente, ed è perciò inevitabile che i Chimbu trovino immediatamente solidarietà nell’altra potenza, mentre la Cina, sovrana del paraculismo, cercherà di controllare il mercato di qua e di là.

E se quasi tutti quelli della generazione che ha vissuto la Seconda guerra mondiale ricordano qualcuno che si è arricchito con il mercato nero, vendendo generi di prima necessità a prezzi assurdi, ora la situazione è peggiorata: gli sciacalli possono agire anche a migliaia di chilometri dai conflitti, perché l’economia globale è à la carte, ognuno ne fa l’uso che gli serve. Se aumentano i carburanti senza una giustificazione sensata e, bontà sua, il Governo riduce momentaneamente il prezzo, il popolo è felice di pagare un po’ meno della follia, ma molto più di quanto pagasse prima. Dunque, la memoria mobile agisce anche sulla psiche e si ringrazia chi ci bastonerà con un randello liscio e non più nodoso.

Chi accusa i poveri vucumprà di aumentare i fazzoletti di carta con la scusa della guerra, ignora tutti i colossi che annunciano dolorosi aumenti di merci totalmente nazionali, confidando sul pessimismo generico indotto da notizie confuse e contraddittorie. Stiamo tutti dentro la pentola, non vediamo chi gira la manopola del gas, ma avevamo freschino e ci piace il teporuccio che il bravo signore ci concede. Ma, a differenza di quanto accade alla rana di Chomsky, questo signore non ha nessun interesse a bollirci, preferisce un bagnomaria da cui non possiamo uscire e continuiamo a pagare sempre di più, non perché il consumo del gas aumenti, ma perché al contrario diminuisca, evitando di portarci a cento gradi.

Aggiornato il 24 marzo 2022 alle ore 11:06