Un po’ di geopolitica, per favore

Nel 1939 Winston Churchill osservò che la Russia era un indovinello, avvolto in un mistero, all’interno di un enigma. Una considerazione non all’altezza del proverbiale acume del politico inglese, che si dimenticò dell’importanza della geografia. Il suo Paese, la Gran Bretagna, essendo un’isola, correva meno rischi di subire invasioni rispetto agli Stati continentali, come del resto l’America, completamente circondata da mari e oceani. Tra l’altro, questo è il motivo per cui i Paesi anglosassoni, negli ultimi due secoli, sono stati il rifugio dei capitali internazionali.

Qual è stato lo sfondo storico di tutti i leader russi? Non ci sono montagne nell’Ucraina orientale, il che ha reso questa regione, attraverso la grande distesa di pianura, la maledizione dei russi, diventando la porta di ingresso dei Mongoli che distrussero nel 1240 la Russia e la sua capitale, all’epoca, Kiev. Questa grande distesa è stata un territorio così invitante per gli invasori che, ripetutamente nel corso della storia, hanno attaccato il Paese. Così la Russia si è sempre confrontata con l’Europa e con l’Asia. Negli ultimi 500 anni la Russia fu invasa più volte anche da ovest. I polacchi attraversarono la pianura europea nel 1605. Furono seguiti dagli svedesi sotto Carlo XII che nel 1707 cercò di conquistarla. Poi ci provò Napoleone nel 1812. Infine, i tedeschi tentarono di conquistarla, non una, ma due volte durante le guerre mondiali, nel 1914 e nel 1941.

Mentre l’Europa occidentale ha invaso ripetutamente la Russia, la Russia non ha mai invaso l’Europa. Vladimir Putin, quindi, come i leader russi prima di lui, è sempre stato preoccupato della vulnerabilità del suo Paese, cercando di controllare le pianure per proteggere soprattutto il fronte occidentale. La “geografia” si è impressa profondamente nella mente russa. Eppure, la demonizzazione di Putin trascura questo aspetto geopolitico. La geopolitica è lo studio di come la geografia, l’economia e la demografia hanno un’influenza sulla politica e sulle relazioni tra le nazioni. È qualcosa di più della semplice politica estera. Una cosa è considerare gli sforzi delle nazioni per impegnarsi nelle relazioni internazionali, il che implica una serie di relazioni e dialoghi bilaterali. Un’altra è la necessità di rispondere alla politica estera degli altri, nonché della vulnerabilità a eventi che sono del tutto al di fuori del controllo di una nazione.

Se conosci la geografia di un Paese, puoi capire e prevedere la sua politica estera” ha scritto Napoleone. Sfortunatamente, gli occidentali non comprendono appieno come la storica vulnerabilità della Russia abbia condizionato la mente dei suoi leader. Se lo avessero capito, avrebbero espresso giudizi meno infantili su Putin e sulla guerra in corso. Putin non è un pazzo sanguinario, è uno stratega che pensa alla Russia nel suo contesto storico con l’obiettivo principale di controllare il territorio per prevenire future invasioni. Dopo che la Nato, dalla riunificazione della Germania ai nostri giorni, ha quasi raddoppiato i suoi membri, non aveva forse Putin il diritto di chiedersi contro chi è destinata questa espansione? Capendo che Washington aveva da tempo iniziato a eliminare i governi che rappresentavano degli ostacoli alla sua egemonia, Putin ha optato per l’attacco preventivo in Ucraina.

Per coloro che credono alla propaganda dell’establishment occidentale, il presidente russo è il cattivo dei fumetti la cui intenzione è la creazione di un nuovo impero del male e l’alleanza Nato guidata dagli Stati Uniti e il Governo di Kiev sarebbero i difensori della democrazia. L’affermazione di Boris Johnson, secondo cui in democrazia si ha il diritto di determinare il proprio futuro e pertanto l’Ucraina sarebbe libera di aderire alla Nato, è puerile e, dal punto di vista del diritto internazionale, errata. Secondo il diritto internazionale, gli Stati-nazione non sono affatto liberi di fare quello che vogliono se le loro azioni minacciano la sicurezza degli stati vicini. Nel 2004, l’allora segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, riconobbe che l’invasione e la successiva guerra in Iraq erano illegali. Eppure, l’Onu ha costantemente ignorato l’articolo 39 della Carta delle Nazioni Unite che avrebbe consentito di pronunciarsi sulla legalità della guerra in Iraq. E così nessuno ha mai imposto sanzioni agli Stati Uniti o ai suoi alleati per i crimini di guerra che hanno commesso allora e più di recente.

Oggi Russia, Cina e Stati Uniti sono le uniche superpotenze e gli unici tre Paesi che alla fine contano nella geopolitica. Ciò significa che per gli Stati Uniti sarebbe stato ideale allearsi con la Russia (emarginando la Cina) o allearsi con la Cina (emarginando la Russia), a seconda delle condizioni geopolitiche esistenti. Ora, negli ultimi cinquant’anni, una delle chiavi della politica estera degli Stati Uniti era stata proprio quella di assicurarsi che Russia e Cina non formassero mai un’alleanza. Tenerle separate era fondamentale. Nel 1972, Richard Nixon fece perno sulla Cina per fare pressione sulla Russia. Nel 1991, dopo il massacro di Piazza Tienanmen, gli Stati Uniti si rivolsero alla Russia per fare pressione sulla Cina. Sfortunatamente, gli Stati Uniti hanno perso di vista questa regola fondamentale delle relazioni internazionali. E ora sono Russia e Cina che hanno stretto una forte alleanza, a svantaggio degli Stati Uniti. Questo nuovo allineamento strategico è stato il grande errore strategico degli Stati Uniti. La Russia è la nazione che gli Stati Uniti avrebbero dovuto cercare di corteggiare invece di combattere, perché è la Cina la più grande minaccia geopolitica per gli Stati Uniti, per i suoi progressi economici e tecnologici e per la sua intenzione di spingerli fuori dalla sfera di influenza del Pacifico occidentale.

Pertanto, un equilibrio di potere nel mondo avrebbe potuto emergere contenendo l’espansione della Cina. Ma grazie ai giochi politici di élite incompetenti e balorde, non è successo. Non c’è mai stato uno sforzo per capire la mentalità né della Russia, né della Cina e neppure quella del Medio Oriente. Ed è per questo motivo che l’Occidente intero li avrebbe tutti contro in una Terza guerra mondiale.

Aggiornato il 24 marzo 2022 alle ore 10:20