È avvilente dover parlare di tasse mentre le bombe uccidono persone inermi a pochi chilometri da noi. Ma con la pandemia ancora in atto, nel pieno di una guerra, con l’inflazione che si impenna, le bollette triplicate, le borse in caduta libera, il Governo ha ritenuto di convocare, l’altra sera, la maggioranza che lo sostiene per comunicare che è imprescindibile approvare la revisione del catasto. E ciò, a dispetto del parere contrario dato dalla stessa maggioranza nel giugno dell’anno scorso e nonostante la richiesta di soppressione di questa parte della delega fiscale (articolo 6) avanzata formalmente da ben sei forze politiche (Lega, Forza Italia, Coraggio Italia, Noi con l’Italia, Fratelli d’Italia, Alternativa) attraverso un emendamento firmato, significativamente, dai loro leader alla Camera.
Lo scopo della norma è noto e il Governo non si è neppure premurato di celarlo, mettendolo invece per iscritto in un documento ufficiale che accompagna il disegno di legge: aumentare la tassazione sugli immobili. Non domani mattina, certo, ma prima di quanto si possa pensare (se ne accorse nel 2016 l’allora Premier Matteo Renzi quando bloccò all’ultimo secondo un’analoga iniziativa). La presentazione dell’operazione come semplice “aggiornamento statistico” può convincere solo gli ingenui e i poco informati.
C’è solo una cosa da fare, allora: cancellare l’articolo 6 – sul quale è pacifico che non vi è consenso – e così permettere alla riforma fiscale di percorrere il suo cammino parlamentare in serenità. Qualsiasi ipotesi intermedia o di presunta mediazione lascia il tempo che trova, specie se si risolve nell’ennesimo “impegno” (che nessuno può assumere) a non accrescere il carico fiscale sugli immobili.
Il solo annuncio dell’intervento sul catasto ha determinato effetti depressivi sul mercato immobiliare, appena ripresosi grazie agli incentivi per gli interventi edilizi. Si archivi l’articolo 6 e si varino, invece, misure di detassazione, deregolamentazione e semplificazione per consentire alla nostra economia di creare sviluppo, lavoro e benessere.
(*) Presidente Confedilizia
Aggiornato il 04 marzo 2022 alle ore 09:17