L’Europa dorme (e russa)

Vladimir Putin non mi piace; dubito della legittimità dei metodi di Governo e del rispetto degli oppositori; mette a rischio la pace e sfrutta argutamente la irrisolta questione del nazionalismo; possiamo solo dirne male, d’accordo. Ma non è fesso.

Ha scatenato la tempesta perfetta, cogliendo l’Europa, inginocchiata a causa del Covid, nella fase di massima debolezza politica; approfittando della disgregazione conseguente alla Brexit; provocando al confronto il presidente degli Usa più debole degli ultimi 20 anni; mettendo la Cina nella scomoda posizione in cui si trova chi sta da una parte per esigenze di politica interna. Ha colto l’attimo. Questo, ovviamente, non significa che la spunterà e ne uscirà senza danni. Per noi, sarà dura; per lui, per il suo popolo e le sue industrie, sarà pessima.

Putin non ha nulla di democratico e non può piacere a nessuno di noi. Ma è molto intelligente e prende al volo l’occasione per tormentare un nervo scoperto nell’era dei sovranisti, lamentando l’accerchiamento da parte della Nato. Peccato. Io avrei voluto un’Europa (l’Unione) forte, politicamente e militarmente. Per contare, dobbiamo essere qualcosa, rappresentare qualcosa ed esprimere qualcosa. Diversamente, saremo sempre e soltanto una moneta.

Aggiornato il 23 febbraio 2022 alle ore 09:22