Mattarella e la “stabilità”

Istintivamente tendo a diffidare delle persone che hanno certezze assolute. Quando entro in relazione con qualcuno che non ha dubbi, assumo per riflesso un atteggiamento di difesa.

Ho scritto su questo giornale che per me la rielezione del Presidente della Repubblica era stata pianificata dagli spin doctor dell’Inquilino del Quirinale.

Dopo aver ascoltato prima il giuramento e poi il discorso del nuovo insediamento, davanti al Parlamento, ho rafforzato le mie convinzioni. Se si mettessero in fila tutte le dichiarazioni solenni fatte dal Presidente Sergio Mattarella sulla sua “indisponibilità” ad assumere un nuovo mandato all’alta funzione di Garante della Costituzione il cittadino comune, che segue normalmente la politica del Paese, non avrebbe avuto dubbi: per il nuovo settennato l’Italia avrebbe certamente avuto un nuovo Presidente della Repubblica!

Eppure, mi era parso di capire dalle reiterate dichiarazioni del Garante della Costituzione che la rielezione di un Presidente per altri sette anni fosse quantomeno una forzatura costituzionale, non nella lettera ma nello spirito della Costituzione. Un mandato presidenziale della durata di sette anni non ha equivalenti in nessuno dei Paesi di consolidata democrazia.

Rieletto da un Parlamento composto più da peones che da Grandi Elettori, il nostro Presidente, senza indugio, ha risposto che non si poteva esimere.

Sono certo che il “sacrificio” di accettare il nuovo mandato abbia avuto come motivazione quello di tutelare l’interesse nazionale minato dal permanere dell’emergenza sanitaria, energetica e soprattutto dalla irripetibile opportunità economica offerta dalla Unione europea per il rilancio del Paese grazie ai fondi messi a disposizione dell’Italia dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).

Seguo con passione la politica da quasi 50 anni e non riesco a ricordare un solo momento, nella Prima e nella Seconda Repubblica, in cui il Paese non si trovasse in una situazione critica dal punto di vista sociale, economico e finanziario. L’emergenza dell’ultima ora? Una lunga “travagliata” settimana durante la quale il Parlamento riunito in seduta comune, allargata ai rappresentanti delle Regioni, non è riuscito ad eleggere un nuovo Presidente della Repubblica. Un altro sostantivo che mi fa venire l’orticaria è la “stabilità”. I Paesi più stabili sono le dittature.

Aggiornato il 05 febbraio 2022 alle ore 09:16