Giustizia: qualcosa che non funziona

A chi chiedesse che cosa c’è che non va nella Giustizia, bisognerebbe rispondere semplicemente in questi termini: leggi qui sotto e fatti un’idea.

Azzerati i vertici della Corte di Cassazione, così come, recentemente, è stata annullata la nomina del Procuratore della Repubblica di Roma e, prima ancora, molte altre nomine ad incarichi direttivi.

Delle due, l’una: o i magistrati del Tar (e del Consiglio di Stato) si divertono a creare scompiglio, o quelle nomine non erano fatte come richiesto dalla legge. Escluderei che le due cose si siano verificate con sinistra contestualità, perché, se così fosse, non resterebbe che recarsi in pellegrinaggio a Lourdes.

In ogni caso, è accaduto ancora e, sono pronto a scommettere, si verificherà anche in futuro.

In tutto questo, la cosa più interessante è il totale scollamento dei giudizi (di nomina e di annullamento) dall’unico parametro che dovrebbe interessarci (a noi, a tutti, visto che la Giustizia è amministrata in nome del popolo): il merito dei candidati, il loro valore. Così può accadere che il migliore di tutti sia revocato e sostituito da un magistrato meno idoneo. Una ragione in più per sostenere i referendum.

Glasnost anche per la Giustizia. O non vi crederà più nessuno.

Aggiornato il 17 gennaio 2022 alle ore 15:37