Ho sempre apprezzato il garantismo genuino di Piero Sansonetti, uomo di sinistra a tutto tondo. Alcuni giorni fa, interpellato sul suicidio di Angelo Burzi, uno dei fondatori di Forza Italia in Piemonte e oggetto di una vera propria persecuzione giudiziaria, lo stesso Sansonetti ha usato parole molto dure, prendendo esplicitamente posizione a favore dei referendum sulla giustizia.

“Sarebbe ora di tornare allo Stato di diritto”, ha tuonato il direttore de “Il Riformista”, il quale ha sostenuto che l’assoluzione di Burzi in primo grado, poi ribaltata nell’Appello promosso dalla procura di Torino, avrebbe dovuto rappresentare quel ragionevole dubbio da mandarlo definitivamente assolto. Ma nel nostro sistema molto medievale, purtroppo, anche con due assoluzioni consecutive, vedi il caso Alberto Stasi, si può finire condannati alla fine di ben cinque processi, il cui lungo estenuante iter rappresenta di per sé già una brutale pena da scontare.

Ebbene, quando invece si entra nel tema della pandemia, anche nel buon Sansonetti si annichilisce completamente quella spiccata propensione dei garantisti, almeno nella gran parte di essi, ad analizzare con lucidità le prove e i fatti. Fatti i quali, così come vengono distorni da quasi due anni dalla preponderante propaganda del terrore, stanno contribuendo in maniera determinante alla sospensione a tempo indeterminato di quello stesso Stato di diritto che sembra stare tanto a cuore al giornalista romano. Tanto è vero che alcuni giorni fa, ospite di Controcorrente in onda su Rete 4, Sansonetti ha sparato a raffica tre balle spaziali sul Coronavirus che gridano ancora vendetta. In contraddittorio con il sempre molto efficace e chiaro Daniele Capezzone, il nostro ha dichiarato che “ci troviamo ad affrontare la peggiore pandemia della storia”, che in Italia sono morte di Covid-19 150.000 persone in un anno e che negli ultimi giorni “nel Regno Unito stanno morendo come mosche”. Ovviamente tutto ciò ha suscitato l’immediata reazione dello stesso Capezzone, il quale ha giustamente accusato Sansonetti di sparare numeri a caso.

Ora, per considerare la pandemia da Sars-Cov-2 peggiore della peste, visto che secondo l’Oms prima dei vaccini essa aveva un tasso di letalità stimato intorno allo 0,25 per cento, ci vuole parecchia fantasia. Ma sui dati certi utilizzare la medesima fantasia con un mezzo potente come la tv, soprattutto da parte del direttore di una prestigiosa testata giornalistica, non è assolutamente accettabile. Infatti, per precisione, segnaliamo dopo quasi due anni i decessi dei soggetti positivi al tampone sono circa 137.000 e i morti nel Regno Unito nei giorni appena precedenti all’intervento di Sansonetti erano addirittura inferiori a quelli italiani. In sostanza, ho la netta sensazione che gli stessi elementi suggestivi che, al di là dei fatti, da tempo orientano quasi tutti i processi finiti sotto i riflettori dei media, costituiscono il principale sostegno per quella sempre più allarmante sospensione sanitaria dello Stato di diritto che lo stesso Sansonetti non sembra minimamente avvertire. Anzi, quest’ultimo, coadiuvato nel discorso da un imbarazzante Davide Faraone, durante il dibattito ha praticamente invocato, per questa infinita emergenza sanitaria, una sorta di supremazia dei virologi i quali, a suo dire, sanno cose che noi umani neppure immaginiamo e, dunque, la politica deve solo eseguire le loro indicazioni.

Una sostanziale resa della politica, dunque, immediatamente colta dalla acuta Maria Giovanna Maglie, che ha chiosato: “Stando così le cose, mi chiedo a cosa serva tenere in piedi il Parlamento”. Francamente ce lo chiediamo in molti da quasi due anni.

Aggiornato il 07 gennaio 2022 alle ore 10:50