Ma davvero credete che Pd, 5 stelle, Italia viva, passando per Lega e Fratelli d’Italia, non stiano nella pelle di votare Silvio Berlusconi al Quirinale? Siete sicuri che non sia tutto un teatrino mediatico-istituzionale per poi garantire i voti certi all’elezione di Gianni Letta al Colle? Innanzi tutto spieghiamo chi sono i due veri contendenti alla presidenza della Repubblica: quello palese e rivelato è Mario Draghi, gradito in blocco a magistratura, alta dirigenza di Stato, poteri europei, multinazionali ed imprenditoria, banche e finanza in generale; poi c’è il candidato occulto Gianni Letta, gradito trasversalmente a tutto il mondo della politica, e perché Letta sarebbe l’unico vero candidato espressione dell’intesa tra i partiti. Poi c’è il finto candidato, ovvero Silvio Berlusconi: non è da escludere che il Cavaliere sia al corrente di tutta la manfrina, che stia al gioco per accontentare Gianni Letta.

Ad aver trasformato Berlusconi in “donna dello schermo” hanno provveduto le intese ombra tra Matteo Renzi, Enrico Letta (segretario Pd e nipote di Gianni) e, forse, lo stesso Giancarlo Giorgetti (numero due della Lega). Per ben confezionare il finto candidato usufruiscono dei vari dibattiti televisivi, in cui opinionisti vicini a tutti i partiti sostengono che il Colle sarebbe il giusto coronamento alla vita politico-imprenditoriale di Silvio Berlusconi, un risarcimento alle tantissime persecuzioni giudiziarie figlie d’una guerra tra poteri durata quasi trent’anni. Mentre si consuma il teatrino, nei cunicoli che permettono accordi ed intese varie tra partiti, Matteo Renzi ed Enrico Letta s’intendono con Giancarlo Giorgetti per sbarrare la strada di Draghi al Colle, e per votare tutti compatti per Gianni Letta. Quest’ultimo riceverà anche l’appoggio completo di 5Stelle, perché Mediaset è stata la capofila delle varie imprese che si sono impegnate a proteggere i “grillini” defenestrati da Rai ed aziende varie per preciso ordine di Mario Draghi. Tutto questo è possibile perché Gianni Letta è il vero uomo forte di Mediaset: ha il figlio Giampaolo al vertice di Medusa Film (la più importante industria cinematografica italiana) e parenti ed amici con ruoli apicali ovunque. Berlusconi potrebbe essere al corrente della manfrina per il semplice motivo che Forza Italia ormai, da più d’un anno, fa scelte parlamentari vicine al Pd in tutti i provvedimenti: Gianni Letta potrebbe aver spiegato al Cavaliere l’utilità d’appoggiarsi al partito retto da suo nipote Enrico.

In questo quadro riprende vivida forma la metafora dantesca: il celebre episodio della “donna dello schermo”, ovvero l’equivoco che si creava in chiesa quando molti pensano che Dante rivolgesse le proprie attenzioni non a Beatrice, oggetto segreto del suo amore, bensì ad un’altra nobildonna seduta in mezzo ai due. Il poeta lasciava che l’equivoco rimanesse tale, fingendo addirittura di dedicare alcune rime alla finta corteggiata, tutto al fine di preservare la reputazione di Beatrice. Nel caso delle manovre al Colle, l’intera politica partitica s’adopra per tutelare l’attuale Beatrice, al secolo Gianni Letta. Una certa incertezza nell’appoggiare al Colle Draghi o Letta zio c’è tra i lobbisti che tirano le fila della politica italiana: si domandano se Draghi non possa essere loro più utile permanendo a Palazzo Chigi per altri cinque anni, e poi rammentano che Gianni Letta è ascoltato in molti settori dove Draghi risulta politicamente indigesto.

È stato calcolato in più di duecento studi di settore che, a livello mondiale, solo uno scarso quindici per cento fra deputati e senatori eletti (nelle democrazie occidentali) non farebbe capo ad interessi lobbistici: l’argomento è spiegato e documentato in Rappresentanza degli interessi oggi. Il lobbyng nelle istituzioni politiche europee e italiane di Maria Cristina Antonucci per Carocci editore, in Democrazie sotto pressione. Parlamenti e lobbies nel diritto pubblico comparato di Pier Luigi Petrillo, per edizioni Giuffrè, come in I gruppi di interesse di Liborio Mattina per Il Mulino. L’elezione del presidente della Repubblica non può oggi prescindere da intese nazionali ed internazionali tra gruppi di pressione, e questo lo sa bene anche Silvio Berlusconi, il cui solo fine è continuare a salvare le proprie aziende, ben conscio che la famiglia Letta ha a cuore gli interessi di tutta la galassia Mediaset (da Fininvest a Medusa passando per banche e altro).

Ma le aziende di Berlusconi non sono che una goccia nel mare mondiale degli interessi economici, e l’elezione italiana dell’inquilino del Colle è sotto i riflettori di multinazionali chimico-farmaceutiche, petrolifere, finanziarie, immobiliari e speculative in senso lato. I lettori dovrebbero rammentare quanto i poteri internazionali tengono d’occhio l’Italia, e valgano come normalissimi esempi l’incontro di più ore tra George Sorsos e Paolo Gentiloni da presidente del Consiglio, e poi la telefonata di Bill Gates a Giuseppe Conte quand’era a Palazzo Chigi. L’Italia è attenzionata, e lo sa bene anche Matteo Renzi che, abilmente, ha creato Open Italia (ispirandosi e collegandosi alla Open di Soros) con l’avvocato Carrai. Non dimentichiamo il raffinato intrigo tra gli adepti dei “cerchi armonici” senesi e dei “gigli magici” fiorentini, di parecchio preesistente alla nascita del fenomeno renziano: oggi questi poteri toscani sono tutti a supporto di Enrico Letta segretario del Pd.

Oggi, molto stranamente, si sono chetati tutti gli strali massmediatici contro Silvio Berlusconi, sorge il sospetto sia tutto funzionale al ruolo di “donna dello schermo”. Funzionale anche il ruolo di Forza Italia, ormai ridotta ad acefala seguace a seguito di Pd ed Italia viva: per meglio svolgere la propria funzione addomesticata ha anche perso ovunque le elezioni, riducendosi a cifra da prefisso telefonico grazie ad insipide candidature, e perché importante è che abbia ancora deputati in Parlamento per futuri travasi in altre formazioni. Per concludere, il futuro inquilino del Quirinale potrebbe parteggiare per i tecnici o per i partiti politici (corpi intermedi e sindacati): ma sia Draghi che Letta godono anche del placet di Vaticano, Israele e Segreteria di Stato Usa.

Aggiornato il 19 novembre 2021 alle ore 11:23