Il balletto tragicomico fra l’apostolo Bassetti e il convertito Crisanti

Anche nel tragico, come ben sanno gli esseri pensanti, si nasconde il comico. Nessuna meraviglia dunque che il professor Matteo Bassetti, intervistato per le orazioni quotidiane del mattino da Myrta Merlino, informato del fatto che il professor Andrea Crisanti e il professor Walter Ricciardi avevano affermato alla stessa Merlino, pochi giorni fa, che il vaccino Johnson & Johnson gode di un’efficacia di soli due mesi, non si è più trattenuto gridando e ripetendo – secondo il suo abituale stile misurato e garbato – che affermare ciò sarebbe addirittura criminale, perché invece l’efficacia sarebbe di sei mesi e più.

Qui il tragico sta nel fatto che non si tratta di una confutazione capace – nell’orizzonte epistemologico proprio della scienza – di “falsificare” un precedente risultato allo scopo di reperirne uno diverso e più convincente. Si tratta, invece, dei medesimi dati che vengono veduti e interpretati in modo diametralmente opposto nel medesimo momento da due “esperti”, appunto Bassetti e Crisanti. Di qui la tragedia. Chi dei due ha ragione e chi, invece, torto? Per uno che legge i giornali o guarda la televisione, non esiste un criterio sufficientemente sicuro per decidere: questo vaccino copre per soli due mesi o per sei mesi?

Nessuno lo sa. La tragedia si approfondisce per il semplice motivo che questi cosiddetti esperti son ben lontani dal praticare quella umiltà intellettuale che rimane la caratteristica più vera degli scienziati degni di esser in tal modo nominati e che, se praticata, dovrebbe condurre tutti questi Soloni della Infettivologia che straparlano dagli schermi televisivi – con la complicità spesso inconsapevole di giornalisti che sposano la causa della propaganda – a confessare di non sapere. Ecco cosa deve avere il coraggio di fare il vero scienziato: ammettere di non sapere e nessuno al mondo potrebbe fargliene una colpa.

Invece è accaduto il contrario. Sia per smania di protagonismo, sia per accontentare il giornalista che lo ospita in televisione, sia per riuscire gradito alle folle, sia per tranquillizzare il Governo, l’esperto di turno risponde a tutto, replica con sicumera a ogni piccolo dubbio, polverizza i quesiti, si gonfia di se stesso, con il risultato che poi siccome la realtà è più forte di ogni esperto, si vede che il Re è nudo e il suo presunto sapere si mostra per ciò che davvero è: saccenza. E da questa saccenza una miriade di problemi, di patemi, di interrogativi, di sbandamenti. Fin qui la tragedia. Ma, come dicevo, i medesimi fatti rivelano un lato comico che è quello che segue.

Infatti, nel caso in specie, da un lato stava Bassetti, il quale ormai da tempo ha di molto superato i suoi colleghi (Massimo Galli, Roberto Burioni, Ricciardi e altri) quanto a presenze televisive e che – forse perché di ciò consapevole – ha poco alla volta assunto una dimensione tanto oracolare quanto arrogante anche nei confronti degli altri esperti del settore; dall’altro lato, invece, stava Crisanti, il quale ha tradizionalmente un modo di esprimersi assai più calmo e introspettivo, a volte perfino dimesso e che, fra le righe, sembra quasi voler trasmettere un messaggio se non opposto almeno differente da quello che le sue parole veicolano.

E si capisce perché: Bassetti si presenta e si fa cogliere come un autentico apostolo della dittatura politico-sanitaria, mentre Crisanti è e sempre rimarrà un convertito – tardivo – alla nuova religione vaccinica. Qui sta l’aspetto involontariamente comico, dal momento che interloquivano a distanza, per mezzo della Merlino, un apostolo della vaccinazione come Bassetti e un convertito quale Crisanti, parlando della medesima cosa, ma contando di poter occultare il proprio stato reale. Come pensate possa svolgersi un dibattito, a distanza e non contestuale, fra un apostolo e un convertito che cerchino di nascondersi dietro un velo di neutrale scientificità, tanto labile da essere trasparente per chi abbia appena occhi per vedere: uno spettacolo, appunto, involontariamente comico. Infatti, tutti hanno visto che Bassetti è in realtà un predicatore tanto appassionato quanto soddisfatto del nuovo verbo vaccinico; meno chiaro forse perché Crisanti sia un convertito.

Lo è perché meno di un anno fa, il venti novembre del 2020, Crisanti rilasciava dichiarazioni pubbliche per dire che lui si sarebbe ben guardato dal vaccinarsi, in quanto la sperimentazione gli appariva viziata per aver svolto le fasi 1, 2 e 3 non in sequenza una dopo l’altra, ma tutte insieme e che perciò un tale vaccino avrebbe compresso indebitamente in sei mesi ciò che invece richiede cinque/otto anni di sperimentazione effettiva. Ovviamente, apriti cielo! Polemiche, censure, tacitazioni, una levata di scudi universale contro Crisanti, colpevole di aver detto la verità. Sia come sia, due o tre mesi dopo, Crisanti – ovviamente dopo aver percorso la sua via di Damasco – cambiava idea a cent’ottanta gradi e veniva arruolato nel novero dei predicatori-apostoli e addirittura inviato molto spesso in televisione, tanto per far capire a tutti che si era davvero convertito.

Due note conclusive. La prima: il comico nasceva anche dal fatto che Crisanti, nonostante gli sforzi, non riesce a nascondere del tutto di essere un convertito, per cui dice e non dice, afferma e in parte nega, avanza due passi ed indietreggia uno in un balletto dialettico con Bassetti che, avanzando invece come un treno, suscita il riso. La seconda nota: si vorrebbe soltanto sapere, visto come stanno le cose, se la conversione così rapida e radicale di Crisanti sia stata dovuta a una qualche apparizione sovrannaturale – che so? Di Burioni o di Galli che lo abbiano ammonito dalle nubi del cielo – oppure sia stata indotta attraverso altre raccomandazioni e predicazioni di altro tipo. E in questo caso, di quale natura e contenuto.

Aggiornato il 08 novembre 2021 alle ore 10:03