Il Green pass per l’inferno

In estrema sintesi, con l’estensione del Green pass a tutti i lavoratori si compie un passo decisivo verso l’inferno di una deriva sanitaria senza precedenti. Incuranti del fatto che al mondo siamo gli unici ad adottare una misura così restrittiva, gli uomini al Governo, Mario Draghi su tutti, tirano dritto, confidando su una maggioranza di cittadini impauriti e disinformati, molti dei quali sono ancora convinti che senza simili provvedimenti ancora rischieremmo l’estinzione della specie italiota. Ed è in questa drammatica interazione tra politici a caccia di consensi ed elettori oggetto di grave manipolazione che ancora una volta si evince il fallimento del nostro sistema costituzionale, franato clamorosamente al cospetto di un virus che, come già indicavano i primi rilevamenti, attacca in modo grave solo le persone estremamente fragili, mentre circa il 96 per cento di chi lo incontra al massimo lo avverte come un banale raffreddore.

Ciononostante, le escalation di restrizioni, culminate con l’abominio democratico di un passaporto sanitario, si continuano a basare sulla balla sesquipedale di una malattia mortale per tutti, quando in realtà per le persone cosiddette immunocompetenti non è ancora chiaro se sia più rischioso il vaccino, così come alcuni studi porterebbero a pensare, rispetto al Sars-Cov-2. E da questo punto di vista un lavoratore ancora nel fiore degli anni, il quale goda di buona salute, che decide di non vaccinarsi non può assolutamente essere stigmatizzato, dal momento che il rischio di essere ricoverato col Covid-19 risulta infinitesimale. Costui, checché ne dica il dominante mainstream del terrore, non mette a repentaglio né la sua e né l’altrui salute. Pertanto, avendo piena consapevolezza di tutto questo, il medesimo lavoratore non può che vivere l’obbligo del Green pass come una spaventosa e ingiustificata violenza di Stato.

Una violenza che non va assolutamente contrastata con altra violenza, così come è accaduto in modo sciagurato sabato scorso a Roma. Occorrerebbe invece, onde evitare di avvalorare con gesti scomposti l’attuale regime sanitario, protestare in modo pacifico, con l’obiettivo di canalizzare il dissenso dei milioni di cittadini che contestano in radice l’odioso passaporto sanitario verso una forma assai diffusa di disobbedienza civile. La misura è veramente colma.

Aggiornato il 13 ottobre 2021 alle ore 09:26