Il diavolo in croce

Non è una novità il fatto che chi scrive non nutra alcuna simpatia nei confronti di Jorge Maria Bergoglio, il Vescovo di Roma, e gli preferisca da sempre Papa Benedetto XVI, colto e amante dei piccoli felini come Leonardo da Vinci. Non è neanche però una novità che saltuariamente, qualcuno, in questo caso su Libero, rispolveri un vecchio post “esoterico” di qualche tempo fa, comparso su Facebook, dove un non ben identificato studioso di simbolismo analizza con dovizia di facezie, ciò che è presente sulla croce scelta da Bergoglio per essere portata sull’abito bianco pontificale.

Cominciamo col dire che forse chi ha studiato le immagini sulla croce pettorale avrebbe dovuto dotarsi di una copia conforme all’originale o per lo meno di una migliore riproduzione di quella che si trova sulla rete e che, piuttosto sfocata, deforma visivamente tutto. Altra cosa che va ricordata è l’esistenza di una particolarità della mente umana legata alla vista che si chiama pareidolia, ovvero la capacità subconscia del cervello d’interpretare figure naturali o meno, scorgendovi in esse immagini di esseri viventi o altro. Insomma, è quello che noi tutti facciamo quando vediamo una nuvola a forma di drago in cielo o una macchia sul muro che è uguale al ritratto di nostra zia Carmela.

Più semplicemente, mi spiace per tutti gli esperti di simbolismo e di esoterismo che in questo Paese sorgono dalla mattina alla sera come i funghi, la croce indossata da Francesco è semplicemente una brutta opera che certamente non può neanche lontanamente rivaleggiare con le croci gemmate e d’oro indossate dai pontefici medievali e rinascimentali, sino alla svolta pauperista e modernista del Vaticano II. Perché questa è la parola chiave per classificare la croce bergogliana: pauperismo. Quell’ipocrita atteggiamento d’origine protestante che vorrebbe la Chiesa povera e che qualcuno – non comprendendo molto di quanto diceva San Francesco – si ostina invece ad attribuire al Poverello d’Assisi!

Bergoglio ha scelto quella croce perché farisaicamente non vuole portare nulla di “ricco” su di sé e dunque rifiuta monili d’oro dimostrando inoltre così di essere lontano anni luce e non solo secoli temporali, dal gusto estetico di papi come Clemente VII o Leone X. D’accordo, non si può aver tutto, ma ricordo che sotto Alessandro VI fu scolpita da un giovanissimo Michelangelo Buonarroti la Pietà e lo stesso, qualche anno più tardi, dipinse il Giudizio Universale per Giulio II. Ma erano altri tempi, mi si dirà, ebbene sì, purtroppo erano tempi migliori di questi nei quali la Chiesa aveva giganti nel campo della Cultura che sapevano comprendere l’Arte.

Ma torniamo alla croce definita ridicolmente “massonica” prima e “satanista” altrove. Chi l’ha classificata come derivante dai simboli massonici evidentemente della Massoneria poco o nulla conosce, e non c’è molto altro da aggiungere, quanto poi al presunto satanismo della stessa siamo veramente nel campo della più delirante libertà di dire qualsiasi cosa passi per la testa, tanto dall’evocare qualcosa di praticamente ignoto come i “Rosacroce” (scritto così è sbagliato, tra l’altro) che come i Templari e Atlantide sta sempre bene su tutto, come il nero insomma.

In molte raffigurazioni oleografiche il Cristo come “Buon Pastore” presenta le braccia incrociate sul proprio petto, “come un dio egizio”. Nulla di satanico, anche perché tale postura simbolica è appunto un attributo delle divinità e se Cristo è Dio non vedo cosa ci sia di strano. Proseguendo sulle didascalie dell’immagine, abbiamo un’interpretazione a dir poco risibile sullo Spirito Santo che si lancia in picchiata come uno Stuka o un Mitsubishi Zero, invece di planare dolcemente in atterraggio verticale come un F35 sul capo del Cristo.

Secondo il chiosatore della foto, questa sarebbe una “rappresentazione di Satana”. Sconcertati procediamo alle “pecorelle” che vengono invece identificate come “maiali”. Questo è dovuto alla pessima immagine, ma anche al non eccelso disegno dell’artista che ha realizzato la croce pettorale. La figura del Buon Pastore viene poi descritta come un demone di morte e di tristezza. Siamo appunto nel caso della proiezione psicologica della mente di chi guarda su un’immagine indistinta. Infine, in maniera del tutto arbitraria, si stabilisce che i piedi del Cristo vadano in direzione opposta al corpo, ritendo questo un simbolo occulto dell’inganno. Fortunatamente in testa alla fotografia giganteggia la dicitura a mo’ di titolo: Studio scientifico sulla croce pettorale di ferro scelta da Bergoglio.

Ma siamo sicuri che sia di “ferro”? Magari sarà in lega d’argento, così forse non arrugginisce e neanche annerisce nel tempo. Insomma, al netto di tutte queste fantasiose elucubrazioni che con l’esoterismo non hanno nulla a che fare e a che vedere, forse basterebbe ricordare a tutti coloro che si ostinano a vedere il Principe delle Tenebre ovunque, che Il Plagiario, La Scimmia di Dio preferisce da sempre muoversi invisibile, cercando di non farsi troppo notare, sussurrando, suggerendo, indicando e lo fa talmente bene che non lo troverete mai dove volete che sia. Guardatevi attorno, bene e con attenzione, forse potreste intravvederlo proprio a fianco di chi non vi aspettereste mai, persino in questa campagna elettorale romana…

Aggiornato il 01 ottobre 2021 alle ore 09:48