Pandemia e vaccini: è ora di tornare allo Stato di diritto

“La scienza non è democratica”, ha precisato Giorgio Palù. “Che un’emergenza non consenta di superare lo Stato di diritto è una opinione, rispettabile ma pur sempre un’opinione”, ha twittato Roberto Burioni. “In cambio della libertà di scegliere se vaccinarsi o no, si potrebbe chiedere un piccolo contributo rispetto al costo totale del ricovero in terapia intensiva. Si tratterebbe soltanto di mille-duemila euro al giorno”, ha proposto Ilaria Capua. “Dall’1 settembre accetto solo pazienti con Green pass”, ha sancito il medico Pietro Bica di Palermo. “Chiamiamo Bava Beccaris a sparare sui no Green pass che protestano nelle stazioni”, ha suggerito Giuliano Cazzola in una trasmissione televisiva. In buona sostanza la piattaforma etica di questo Paese, in appena un anno e mezzo di pandemia, è transitata dall’esortazione “abbraccia un cinese!” (anche se era probabile che fosse contagioso), all’ordine “Fucilate i No-vax!” (anche se è probabile che non tutti siano contagiosi). A ciò aggiungasi la confusione che viene spesso pubblicamente fatta tra No-vax e No-pass, dimenticando che non tutti i No-pass sono anche No-vax e che, peraltro, in assenza di un obbligo generalizzato di vaccinazione i No-vax non esistono in quanto la scelta di non vaccinarsi è moralmente e soprattutto giuridicamente equivalente alla scelta di vaccinarsi.

Come si evince, insomma, nell’arco di quasi un anno c’è stata una drastica diminuzione della sensibilità giuridica con un parallelo crescendo del pensiero antigiuridico che da una concezione non democratica della scienza (cioè una scienza che paradossalmente si presume fondata non tanto sul principio di ragione quanto su quello d’autorità contraddicendo la stessa natura e la sua stessa storia), attraverso teorie dubbiose sullo Stato di diritto, fino ad approdare all’invocazione dei plotoni d’esecuzione. Qualcosa, evidentemente, non sta andando come dovrebbe e si spera che se ne accorgano anche per i più pandemisticamente “entusiasti”, cioè coloro che non dubitano mai della scienza (perché la scienza non opera mai per il male dell’uomo come ben sanno per esempio a Hiroshima e Nagasaki), coloro che docilmente ubbidiscono a qualunque ordine dell’autorità (illegittimo come i Dpcm del 2020 o legittimo, ma ancora mancante, come un obbligo vaccinale), coloro che sono disposti a barattare tutti i loro diritti fondamentali e indisponibili pur di venir fuori dalla pandemia (anche se destinati a vivere come spettri tra i ruderi di una democrazia distrutta e tra le macerie della civiltà giuridica fino ad oggi edificata con fatica nel corso dei secoli e abbattuta con un soffio di emergenzialismo).

I tristi – nonché massimamente preoccupanti – risultati di questa propaganda anti-giuridica non si sono fatti attendere, come si è registrato con i recenti fatti di cronaca violenta che si spera restino del tutto limitati in quantità e soprattutto qualità. Ma questa è una importante spia: quando si diffida della democrazia anche se per motivi scientifici, quando si smette di credere allo Stato di diritto anche se per motivi emergenziali, quando si finisce di ubbidire ai principi generali del diritto (Honeste vivere, Neminem laedere e Cuique suum tribuere) anche se per motivi eccezionali, quando si negano anche soltanto a parole i diritti fondamentali come quello all’assistenza sanitaria anche se per motivi economici, quando si invocano le fucilazioni delle minoranze, dei gruppi e delle masse, anche se per motivi di ordine pubblico, ci si viene irrimediabilmente a trovare al di fuori della democrazia e dello Stato di diritto, nel regno della violenza, del Mors tua, vita mea.

In questo scenario, dunque, non ci si può stupire delle eventuali azioni anti-democratiche, anti-giuridiche, anti-sociali. A tal fine urge quanto mai prima d’ora ricondurre la gestione della pandemia entro gli invalicabili limiti della Costituzione, entro gli insostituibili fondamenti della democrazia, entro gli inderogabili principi dello Stato di diritto. Solo lo Stato di diritto, infatti, cioè quello che ha dei limiti e tali limiti riconosce e ad essi soggiace, costituisce l’unica autentica garanzia per la tutela effettiva dei diritti di tutti e l’unico concreto freno alla violenza. In quest’ottica occorre porre fine alla orizzontalità dello scontro tra Pro-vax e No-vax, alimentato da irresponsabili esponenti della comunicazione di massa e, purtroppo, anche delle istituzioni, e cominciare a far chiarezza ammettendo che la scienza non è infallibile e provando ad adottare misure che siano in grado di far fronte all’emergenza sanitaria, pur senza ledere e contrastare con le libertà e i diritti fondamentali (lavoro, salute, culto, associazione, iniziativa economica privata, circolazione) di tutti e di ciascuno.

In questo senso provvedimenti come il green pass costituiscono il sopruso più diretto e grave in violazione dei più elementari principi giuridici, tanto più che, come si è già avuto modo di precisare, non vi sono supporti scientifici né giustificazioni giuridiche di alcun tipo in suo sostegno. Abbandonare il sentiero della democrazia e dello Stato di diritto non può mai comportare buone soluzioni, proprio come la storia insegna. Chi diffonde incertezze sulla democrazia, chi dubita dello Stato di diritto, chi ritiene che in nome dell’emergenza tutto sia possibile in quanto tutto è necessario, ingenera un clima culturale palesemente antidemocratico e gravemente antigiuridico, che rischia di far scivolare gli eventi sul pendio della tirannide dentro la valle oscura del disastro anti-umano. Se non si ritornerà quanto prima e con massima urgenza, perfino più di quanta ne sia richiesta per combattere il virus, a gestire la pandemia all’interno dei parametri dello Stato di diritto – che vuol dire abbandonare per sempre la logica dell’eccezione e dell’emergenza – gli esiti rischiano di essere tanto imprevedibili quanto micidiali, dando soprattutto ragione ad Arthur Koestler il quale aveva già intuito che “sembra che noi si sia dinanzi a un movimento pendolare della Storia, che oscilla dall’assolutismo alla democrazia e dalla democrazia di nuovo alla dittatura assoluta”.

Aggiornato il 03 settembre 2021 alle ore 08:58