Onesti ma malvagi

Si può essere onesti e al contempo malvagi e senza scrupoli? È il dilemma dei nostri tempi. E la risposta purtroppo è affermativa. Basta fare l’esempio dei politici che invocano manette e carcere per tutti e per tutto – magari inventandosi ogni giorno nuovi reati da punire, anzi di cui la società viene invitata a vendicarsi – per rendersene conto.

E pazienza se nelle carceri da loro invocate si muore per vari motivi, suicidio, promiscuità, sovraffollamento, scarsa igiene, malattie, persino pestaggi organizzati. A questi politici vanno affiancati quei pubblici ministeri – o persino ex tali – che con la complicità di giornalisti corrispondono filologicamente in una sorta di idem sentire e di idem propagandare.

Il loro Stato (la loro società) è tendenzialmente “etico”. Proprio come quello dei nazisti o dei maoisti. E per raggiungere questo Stato etico si passa sopra i cadaveri che la giustizia italiana con la sua appendice carceraria, cioè la discarica sociale in cui finisce quella che questa gente considera “mondezza umana”, si lascia dietro. Così tanta gente si ostina a urlare “onestà… onestà” persino in Parlamento. Ma il vero slogan sarebbe un altro: “Crudeltà… crudeltà”. O anche “vendetta, tremenda vendetta”.

Chi li segue e li vota potrà forse dirsi onesto, almeno fino a prova contraria, ma al contempo dovrà anche fregiarsi di un’altra etichetta meno comoda da esibire: quella della malvagità d’animo. Onesti (forse) ma malvagi (sicuramente): sono i forcaioli di casa nostra. E se ne vantano pure.

Aggiornato il 13 luglio 2021 alle ore 09:21