Per favore Azzurri: non inginocchiatevi!

La partita Italia-Svizzera è ormai alle porte e si spera che i calciatori della nostra Nazionale non si prestino a quella penosa messinscena della genuflessione, ormai molto in voga tra le squadre partecipanti agli Europei. Anche i francesi, i famosi bleus, propensi al gesto sino alla conferenza stampa, all’ultimo hanno desistito forse anche consapevoli che l’atto di umiliazione più volte reiterato in campo nazionale non li ha preservati da esecuzioni con testa mozzata per strada.

Lascino inginocchiare chi ha qualche peso sulla coscienza. Tutti quei personaggi che, consapevolmente o meno, in passato non si sono distaccati in modo netto da quelle ideologie che hanno causato milioni di morti, siano esse nazifasciste che comuniste. Oppure coloro che sotto la patina di conveniente buonismo fanno finta di non conoscere il destino delle povere vittime dell’immigrazione incontrollata. Agevolato l’ingresso in Italia ad ogni costo, per i paladini delle frontiere aperte il compito è esaurito, non importa se poi si creano sacche di territorio in cui schiavismo e inosservanza dei pur minimi diritti umani sono sotto gli occhi di tutti. Ecco, questi paladini fanno bene ad inginocchiarsi come farebbero altrettanto bene giornalisti e intellettuali pronti a strumentalizzare tragedie come quella del giovane calciatore Seid Visin il cui suicidio solo a seguito delle convinte asserzioni dei genitori è stato appurato aver nulla a che fare con il razzismo.

Azzurri, non avete nulla da farvi perdonare voi. Siete una bella espressione dello sport italiano che da sempre ha accolto tra le proprie fila campioni di ogni colore, considerati e amati solo in base alle qualità professionali. Non è per colpa vostra che talvolta si sentono fischi da parte del becero subumano di turno. Fischi ovviamente da biasimare ma che fanno comodo a chi vuole generalizzare e criminalizzare.

Black Lives Matter, il movimento cui si ispirano gli inginocchiati nato probabilmente con buoni e pacifici propositi per contrastare discriminazioni e razzismo, è degenerato ed è ora divisivo. Pur al netto delle violenze sistematiche che hanno messo a ferro a fuoco molte città degli Stati Uniti, il movimento attualmente esprime l’esatto contrario di quello che avrebbero voluto Nelson Mandela e Martin Luther King disposti all’estremo sacrificio pur di coltivare l’ideale di una società libera in cui tutti potessero vivere uniti in armonia e con pari opportunità. Unione e armonia sembrano vocaboli del tutto inadatti quando si abbattono statue, si vuol cancellare parte della cultura classica, si censurano film cult e ci si inginocchia.

In Inghilterra e in Francia, dove le genuflessioni sono diventate usanza abituale, si è generata una spaccatura tra chi crede che il gesto sia solo una convenienza politica e chi lo ritiene un valido strumento di denuncia del razzismo. Il calcio e più in generale lo sport non deve dividere quindi, cari Azzurri, tenete alto il capo orgogliosi di cantare l’inno nazionale, ma non inginocchiatevi, non ne esistono le ragioni né per voi né per l’Italia.

Aggiornato il 16 giugno 2021 alle ore 10:59