La deprimente covidiozia della mascherina

Dato che il tema, soprattutto sul piano delle libertà democratiche, continua a dividere esperti e opinione pubblica, vorrei tornare brevemente sull’obbligo della mascherina all’aperto. In tal senso Centers for Disease Control and Prevention, ovvero l’Agenzia governativa di controllo sulla sanità degli Stati Uniti, ha preso una posizione del tutto avversa a questa surreale misura restrittiva, dichiarando senza mezzi termini che essa è basata su stime e su studi del tutto infondati.

Tutto questo, con dovizia di particolari, è riportato in un interessante articolo pubblicato da “L’Indipendente, di cui mi sembra assolutamente meritevole di citazione il commento finale. Mettendo sotto accusa la tendenza a sovrastimare i rischi del contagio, tendenza che pare aver dilagato ovunque in Occidente, si sottolinea che ciò si è verificato in parte “negli Usa ma ancor di più in tutti i Paesi europei, Italia in testa. Qua infatti le misure di distanziamento, divieti e coprifuoco all’aperto sono state molto più severe di quelle che oggi si contestano negli Usa. Misure che, studi alla mano, non si sono basate su nessun dato scientifico affidabile e oggi possiamo definire assolutamente anti-scientifiche. Il fatto di aver preferito sbagliare sul lato della protezione a inizio emergenza può anche essere comprensibile, ma non rivedere le norme che limitano le libertà costituzionali all’aperto ora che – ormai da mesi – la scienza ha dimostrato che sono del tutto ingiustificate, non è ammissibile”.

Ovviamente condivido in toto questo illuminato punto di vista, il che tuttavia non serve molto ad alleggerire uno stato personale di afflizione causato proprio da simili, demenziali misure e, in particolare, dall’elevato grado di accettazione che ancora oggi si riscontra in modo tangibile tra la popolazione. In piena estate metereologica, con temperature che hanno ampiamente superato i 30 gradi all’ombra, osservare persone di giovane età circolare all’aperto con la ingombrante mascherina Ffp2 mi riempie di infinita tristezza.

Leggendo i numeri della pandemia, cosa che la nostra impresentabile informazione mainstream ha smesso di fare da quasi un anno e mezzo, si deve concludere che per costoro il rischio di ammalarsi seriamente di Covid-19 è assai più basso rispetto a quello di beccarsi un fulmine. Dunque, adottando per i temporali la deprimente covidiozia delle mascherine obbligatorie in ogni luogo, per coerenza precauzionale sarebbe il caso di imporre ai cittadini di uscire di casa con un parafulmine in testa.

Ovviamente la mia è solo una amara battuta, ma in questi tempi di idiozie allo stato puro imposte dall’alto c’è anche il rischio che qualche genio della lampada del Comitato tecnico-scientifico la possa prendere in considerazione. La prudenza non è mai troppa.

Aggiornato il 16 giugno 2021 alle ore 15:55