La pizzata

Napoli è la città della pizza, lo sappiamo. È molto di più, come cantava Pino Daniele, ma per la pizza è imbattibile.

Sembra che la pensino così anche i leader dei Cinque Stelle che ieri si sono ritrovati a Napoli per una grande pizzata. Beh, per dire la verità si sono formalmente riuniti per presentare alla città il candidato sindaco della coalizione giallorossa, Gaetano Manfredi, professore ordinario di Tecnica delle costruzioni, già Magnifico Rettore dellUniversità degli studi di NapoliFederico II” e ministro dell’Università nel secondo Governo guidato da Giuseppe Conte.

Andando alla sostanza dell’evento, tuttavia, pare che il piatto principale della presentazione sia stato proprio la pizza Margherita, perché di sostanza non ve ne è stata. Niente di male, intendiamoci: una pizzata fra amici fa sempre piacere. Un po’ poco, però, se si sostituisce alla politica in un evento che avrebbe dovuto essere tutto politico.

Intanto alla presentazione non si sono fatti vedere i big del Partito Democratico, sebbene Manfredi sia candidato unitario della coalizione giallorossa. Ma la cosa più singolare è che la presentazione l’ha fatta Giuseppe Conte, che ad oggi non solo non è segretario o capo politico del Movimento, ma neppure è tesserato. E poi, anche a non voler guardare queste cose e a giudicarle quisquilie, seppur non lo siano affatto, a nome di quale Movimento avrebbe parlato? A nome di quale fazione o corrente?

Quanto alla sostanza, come detto, il vuoto è stato totale, niente di concreto con riguardo ai problemi di Napoli e ancor meno a quelli nazionali. Su Napoli, il clou è stato l’elogio del reddito di cittadinanza e la proposta di mantenerlo in vita; sul Paese sono state allungate morbide carezze all’alleato dal rosso sbiadito. Un teatrino pulcinellesco, un gran brutto tramonto per un partito che si proponeva di rovesciare l’Italia.

La sola cosa che vale la pena di essere ricordata è la pizza, la vera regina della giornata. Napoli merita di più, molto di più. “Napule è addore e’ mare, Napule è mille culture, ma soprattutto “Napule è nu sole amaro. Ecco perché merita di più.

(*) agiovannini.it

 

Aggiornato il 17 giugno 2021 alle ore 09:21