
“Noi non ci faremo processare nelle piazze.” In questa lapidaria proposizione, pronunciata da Aldo Moro in Parlamento nel corso del dibattito sull’affaire Lockheed, il senso più profondo di quanto sta accadendo.
Contrariamente a molti amici, io non penso affatto che i contrasti tra uffici giudiziari di Verbania (o altrove) abbiano messo a nudo, ancora una volta, l’ineludibile urgenza della separazione delle carriere dei magistrati. Certo, le carriere devono essere separate e, auspicabilmente, si deve promuovere una nuova cultura della giurisdizione, meno falsamente ecumenica, che appartenga solo al Giudice e non alle parti.
Oggi, però, siamo ben oltre il tema sul quale ci siamo impegnati negli ultimi trent’anni. Oggi – come dimostrano le pubbliche rimostranze di un Procuratore della Repubblica – siamo all’evocazione della piazza, alla ricerca del consenso pubblico che corrobora la tesi d’accusa, alla legittimazione dell’ostracismo, vale a dire del voto espresso, anziché con il coccio, a mezzo di like.
Noi non ci faremo processare nelle piazze è un monito rivolto ai giacobini che, purtroppo, rappresentano la maggioranza, ben trincerati dietro la questione morale, che tutto giustifica.
Separatele pure le carriere. Ve ne sarò grato. Prima, se potete, cambiate il vostro modo di pensare.
Aggiornato il 01 giugno 2021 alle ore 09:32