Enrico Letta: la volpe Dem

Quando i sondaggi vanno da schifo, è naturale correre ai ripari. Ma quando la pezza è peggiore del danno, allora c’è davvero qualcosa che non va. Dirigeva la scuola di studi politici di Parigi e il Partito Democratico ha sentito il bisogno di affidarsi alle sue indubbie capacità per verificare se fosse possibile fare peggio di Nicola Zingaretti. Enrico Letta ha risposto “presente” e si è messo immediatamente al lavoro pronto come non mai ad esercitare l’arte che gli riesce meglio: peggiorare le cose. È un vero professionista.

E allora, in piena pandemia, con i cittadini stremati e le imprese sul lastrico, ha pensato di esordire prontamente comunicando le proprie priorità: lo ius soli. Altro che fondi europei, piani nazionali di ripresa o scostamenti di bilancio. Al lungimirante Enrico Letta deve essere sembrato lampante che i cittadini chiedessero come mai ancora nessuno si fosse precipitato a risolvere l’annoso problema. E allora si è tuffato come un eroe e – dimostrando di essere in sintonia con i problemi della gente – ha intravisto lo spiraglio e ha calciato la palla con forza segnando uno splendido goal. Nella propria porta.

Ma la volpe Democratica aveva come strategia recondita quella di proporre temi scomodi in grado di mettere in difficoltà Matteo Salvini costringendolo ad uscire dal Governo Draghi. E quindi, dopo lo ius soli finito tra le pernacchie generali, “Enrico lo stratega” si è fiondato sul tema dei diritti civili tirando fuori il coniglio dal cilindro: il Ddl Zan. La qual cosa deve essere sembrata strana perfino alla parte più avveduta della galassia Lgbt la quale qualche domanda deve essersela fatta. Perché Enrico Letta in versione arcobaleno – se è vero che vuole tutelare la galassia gay dai soprusi – non propone un testo come base di discussione favorendo il massimo consenso e quindi un iter più veloce? Hai visto mai che il Ddl Zan è come la legge sul conflitto di interessi, quella legge tanto sbandierata ma mai approvata dalla sinistra perché era più comodo tenerla nel limbo come arma di polemica politica? E perché, se il Partito Democratico è così sensibile, dal 2014 ad oggi (escluso il Governo Conte 1), non ha mai legiferato sul tema nonostante avesse i numeri per farlo? Vuoi vedere che qualcuno ci sta marciando? Tana per Enrico.

Ma l’acuto Segretario Democratico ne sa una più del diavolo e, da avveduto statista, è pronto a stupire le masse con le sue lucide analisi. D’altronde è giunto apposta dalla Francia per fare il fenomeno. E allora si è messo a dare lezioni di economia con teorie innovative e rivoluzionarie: alzare la solita vecchia imposta di successione per togliere risorse ai giovani che ereditano (beni non rubati ma di famiglia) e dare mancette irrisorie ad altri giovani (che poi magari dovranno anche restituirle). Insomma, la solita solfa del tassa e spendi. Al netto dell’umiliazione inflittagli da Mario Draghi (non è il momento di chiedere soldi ma di darne), l’argomento è di per sé derubricabile a vaccata per un semplicissimo motivo. Dovrebbe essere arcinoto ormai anche ai tardo-socialisti più ammuffiti che la contrapposizione non è tra ricchi e poveri e che la chiave è quella di creare nuova ricchezza perché i poveri siano meno poveri. In questo il capitale dovrebbe essere un alleato e non il nemico da spolpare. Se davvero siamo fermi al mantra della redistribuzione forzosa e al concetto di ricchezza vista come sterco del demonio, allora siamo destinati all’estinzione.

Ma poi, in un mondo in cui la spesa pubblica è vistosamente immorale, che senso ha bussare alla porta di chi possiede (e magari produce pure) chiedendo nuovi sacrifici. Quanto possono essere persuasive le Istituzioni nazionali e sovranazionali che con una mano sprecano risorse e con l’altra ravanano nelle tasche dei cittadini. A Enrico Letta deve evidentemente essere sfuggito il concetto di reperimento delle risorse attraverso la moralizzazione della spesa. E continuerà a cazzeggiare fino a quando qualcuno non lo inviterà nuovamente a stare sereno. Immaginiamo molto presto.

Aggiornato il 26 maggio 2021 alle ore 10:10