Gli orfani rancorosi dei due Governi Conte

Non gli va giù. Non è andato giù a nessuno di loro il tragicomico epilogo del secondo Governo di Giuseppe Conte. Con quest’ultimo ridotto – e consigliato – a tenere un improvvisato comizietto da mozione degli affetti, su un tavolino messo all’uopo al centro di piazza Montecitorio ma distante da Palazzo Chigi per rimarcare, semanticamente. la distanza. Sembrava uno di quei piazzisti da “cento lire, tre padelle e me ne vado”. E infatti, su Facebook, impazzavano i cosiddetti “meme” di quel tavolino: uno, per esempio, era stato riempito di frutta e verdura. Come a dire che il comportamento dell’ex premier assomigliava a quello di chi tiene un banco alimentare a Campo de’ Fiori, a Roma.

In compenso i vari avvelenatori di pozzi, tutti equamente divisi tra quel partito di “pazzi” che è sempre stato il M5S di Beppe Grillo e quell’altro partito di opportunisti e anche di vigliacchi, in cui Nicola Zingaretti ha ridotto il Partito Democratico, erano già all’opera per fare al Governo di Mario Draghi i primi sgambetti, usando Matteo Salvini e Silvio Berlusconi come presunte pietre dello scandalo. La solita farsa degli “impresentabili” officiata da sacerdoti sempre meno credibili. Inutile dire che l’accorato appello del capo dello Stato, Sergio Mattarella, in questo è stato nei fatti accolto da sonore pernacchie: non esiste unità di intenti per salvare l’Italia, esistono solo i rancori e le future vendette degli orfani rancorosi dei due Governi di Giuseppe Conte.

Poi la pietra dello scandalo e dell’inciampo può variare: può essere la stagione sciistica, ormai nei fatti andata in vacca o può essere la vexata quaestio della riforma della prescrizione dopo il blitz dell’ex ministro di Giustizia, Alfonso Bonafede, ai tempi del primo Governo di Conte. A dispetto della retorica e dello “stringiamoci a coorte” i partiti del Conte bis – persino la Lega è rinsavita – pensano solo ai loro follower e a piantare bandierine, qua e là. Tutto è sacrificabile in Italia, affinché la maggior gloria di Grillo, Travaglio, Cairo, La7 e compagnia cantante possa continuare a farci la morale. E a mandare in piazza i giovani strumentalizzati, che urlano “onestà”. Con la stessa consapevolezza e senso di responsabilità con cui l’orchestrina suonava, mentre il Titanic andava a fondo.

Aggiornato il 17 febbraio 2021 alle ore 09:52