
Nelle prefiche che da sinistra piangono per l’improbabile deriva a destra rappresentata dall’avvento del Governo Draghi scorgo una verità antropologica prima ancora che politica.
Dichiararsi di sinistra è diventata una proprietà esclusivamente ascrittiva, vale a dire legata esclusivamente a ciò che si è (o si dice di essere) piuttosto che a ciò che si fa. Altrimenti non si capirebbe come mai un cospicuo numero di persone apparentemente dotate di intelletto si dolgano dell’uscita di scena (quanti applausi dai dipendenti messi in fila per tre dal prode Rocco Casalino, signora mia) del governo più forcaiolo, più sprezzante dei diritti e meno sensibile alle istanze dei ceti marginali se non in forma di elemosina clientelare. Fine dello “spiegone”; potete ricominciare ad inveire contro Matteo Renzi il traditore, Renato Brunetta il basso e Marta Cartabia di Comunione e Liberazione (quelli che hanno spacciato Alfonso Bonafede per Giustiniano, per dire).
Aggiornato il 15 febbraio 2021 alle ore 09:45